di Maria Nerina Galiè
Che estate sarà per la Sanità picena? Caratterizzata da molte «incertezze sul fatto che si riescano a mantenere in piedi tutti i servizi e, nello stesso tempo, permettere al personale di godere delle ferie», secondo i sindacalisti che nutrono preoccupazione ma anche il sospetto di un pericoloso disegno volto a svilire, passo dopo passo, scelta scelta dopo, il sistema pubblico, a beneficio di quello privato.
Spunta anche l’ipotesi che per i tre mesi estivi si debba ricorrere ai lavoratori interinali, cioè quelli forniti da apposite agenzie. «Ha contemplato questa possibilità lo stesso direttore delle professioni sanitarie Luca Gelati, in occasione della riunione con i responsabili di servizio», spiega Giorgio Cipollini (Cisl).
«La situazione è critica – continua Cipollini – da mesi denunciamo il problema e chiediamo soluzioni concrete. A fine giugno non c’è ancora certezza di quello che accadrà.
Abbiamo visto posti letto dimezzati come in Nefrologia ed il Patologia Neonatale, reparti accorpati da anni e non ancora resi autonomi, come Urologia e Otorino, come un radiologo tolto la notte e la Risonanza Magnetica chiusa al pomeriggio per mancanza di tecnici. Reparti sguarniti e liste di attesa che non si snelliscono».
«Dalle stime, l’Ast picena era sotto di circa 50 operatori tra infermieri e oss. Tra 10 e 15 sono stati integrati, con le stabilizzazioni ed altri dovrebbero arrivare dalle liste di mobilità. Ma siamo ben al di sotto del fabbisogno, sebbene per la direzione il numero sia sufficiente.
E comunque c’è l’esigenza impellente di coprire i turni ora», afferma Paolo Grassi, coordinatore Rsu.
Ancora Cipollini: «Da tempo proponiamo di attingere dalla mobilità, ma con contratti appetibili, almeno fino a dicembre. La direzione ci ha risposto di no, che siamo al completo o al massimo che si può assumere per tre mesi. Non accetterà nessun infermiere. Quindi arriveranno gli interinali? Assurdo e ci opporremo, se l’idea si concretizza».
E’ del 20 giugno la determina di Ast Ascoli per l’assunzione, dal primo luglio al 31 ottobre, di 11 oss attingendo dalla graduatoria regionale.
«E poi? Solo in merito agli infermieri: tra fine 2024 e inizio 2025 ne andranno in pensione diversi. Quando si penserà a sostituirli? – si chiede Cipollini – Perché è così difficile qui farsi trovare preparati, all’estate come ai pensionamenti?»
«Il sospetto – sono pure le parole di Cipollini – è che si voglia fare del Piceno la vittima sacrificale di un contesto regionale fortemente compromesso dal punto di vista economico.
Non ci sono i soldi? Non potendo “toccare” realtà come Pesaro, Ancona o Macerata, si toglie al Piceno, penalizzando un territorio che, di fronte a tali gravi problemi, resta inerme, non è reattivo, non crea sinergie. Piuttosto si mostra litigioso e contrapposto al suo interno.
E la Sanità privata, è questo l’altro grande timore, viene favorita. In un anno e mezzo i centri medici privati nella sola città di Ascoli sono passati da una cinquantina ad oltre 100».
«La TAC di San Benedetto è guasta e le risonanze chiudono i pomeriggi per carenza di tecnici»
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