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L’Oratorio di Santa Maria del Sole a Capodacqua sta per “risorgere”

ARQUATA - Un restauro prezioso fortemente voluto dal Fai, che sta per restituire a vita nuova uno dei luoghi di culto a cui è maggiormente legata la comunità martoriata dal sisma del 2016
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Foto dal sito del Fai

 

Proseguono i lavori di recupero del piccolo Oratorio di Santa Maria del Sole a Capodacqua, frazione di Arquata del Tronto, selezionato dal FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano) dopo il terremoto del 2016 per essere restaurato e restituito alla comunità, in una delle zone più colpite dal sisma. Il FAI ha recentemente aggiornato sullo stato dei lavori, che sono ormai in fase di conclusione. Gli interventi sono stati eseguiti dall’impresa Piacenti, diretti dall’architetto Bellesi della Soprintendenza Speciale per le aree terremotate, e supervisionati dall’Ufficio Restauri e Conservazione del FAI.

 

Foto dal sito del Fai

 

All’esterno, è stata completata la ricostruzione della sacrestia e del campanile, entrambi crollati durante la seconda scossa del terremoto nell’ottobre 2016. I conci di pietra, di varie dimensioni, sono stati conservati in un deposito accanto all’Oratorio e catalogati per poter essere riutilizzati. Una buona parte è stata usata per le nuove murature della sacrestia, mentre altri saranno ricollocati sul campanile per ricostruire le fasce marcapiano.

 

 

Foto dal sito del Fai

Parallelamente, è in corso la messa in sicurezza e il restauro dei 55 mq di affreschi interni, un ciclo di dipinti murali del XVI secolo realizzati da diversi artisti, probabilmente sotto la supervisione di Cola d’Amatrice in una prima fase. Secondo il FAI, <il lavoro ha richiesto un efficace coordinamento tra la squadra dei restauratori di materiali lapidei e edili all’esterno e quella dei restauratori dei dipinti murali all’interno, estremamente degradati a causa del terremoto>. Le scosse hanno fessurato i dipinti, distaccandone molte parti e facendo cadere numerosi frammenti dal paramento murario.

 

Foto dal sito del Fai

 

Le porzioni parzialmente distaccate sono state subito ricollocate in situ con bendaggi provvisori. I frammenti caduti sono stati raccolti dagli archeologi e collocati in 24 cassette, conservate dalla Soprintendenza. All’inizio dei lavori, le cassette sono state consegnate all’impresa e trasportate in laboratorio a Prato, dove una squadra di restauratori specializzati, che aveva precedentemente realizzato una campagna fotografica degli affreschi e una mappatura del degrado, ha iniziato il paziente lavoro di riconoscimento dei frammenti e studio della loro ricollocazione. Utilizzando foto e immagini degli affreschi a grandezza reale, i restauratori stanno individuando la posizione esatta di ogni frammento. I dipinti vengono così ricomposti e fissati su pannelli di supporto, che saranno infine trasportati nell’Oratorio.

03/07/2024


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