di Maria Nerina Galiè
Stanno per aprirsi, e per l’ultima volta, i cancelli delle scuole superiori per i candidati agli esami di stato, duemila e 200 nella provincia di Ascoli Piceno di cui la metà nel capoluogo, attesi come una liberazione per alcuni, un incubo dal quale altri vorrebbero esimersi. «Si chiama ancora prova di maturità – spiega Donatella Ferretti, vice sindaco di Ascoli Piceno, insegnante al liceo classico Stabili e presidente di commissione a San Benedetto del Tronto – perché rappresenta un passaggio esistenziale. Ci si lascia alle spalle un percorso scolastico guidato e protetto dalla scuola stessa, ma anche dalla famiglia, per affrontare una nuova vita caratterizzata dall’autonoma gestione delle scelte».
Quest’anno l’esame si presenta in un format diverso dallo scorso anno, quando non c’erano i commissari esterni per compensare i disagi nelle zone cratere.
Non sarà uguale il prossimo anno, nel quale ci saranno solo due prove scritte e avrà un suo peso l’alternanza scuola lavoro, che pertanto diventerà obbligatoria in tutte le scuole. Il 20 giugno si rompe il ghiaccio con la prima prova scritta di italiano. Sei ore per elaborare l’analisi del testo, un saggio breve, il tema storico o di attualità. Giungono da ogni dove ipotesi e previsioni sulle tracce. C’è chi va a documentarsi su decessi eccellenti, avvenuti nel corso dell’ultimo anno, due al massimo, o ricorrenze rilevanti. «Ragazzi, non rimanete prigionieri del ‘tototema’ – esorta invece Antonio D’Isidoro, una lunga ed autorevole carriera nel mondo della scuola da professore, poi preside fino a docente universitario – piuttosto, come dice Luca Serianni (noto linguista che di recente ha elargito consigli ai maturandi sulla stampa nazionale, ndr), leggete i giornali, fatevi una vostra opinione su argomenti di attualità ad ampio respiro e fate appello allo spirito critico che a 18 anni avete già sviluppato».
La seconda prova scritta del 21 giugno sarà specifica per ogni istituto.
Breve pausa per ritemprare lo spirito, e ripassare semmai le incertezze, in previsione del 25 giugno, data della terza prova scritta, diversa per ciascuna scuola o anche classe, perché stabilita dalla commissione d’esame e non dal Miur come le precedenti. Sarà la “tesina” l’ancora di salvezza e protagonista dell’ultima prova, il colloquio orale interdisciplinare, che lascerà anche largo spazio alle domande libere dei commissari e alla discussione sull’esito degli scritti. Per lo Stabili-Trebbiani gli orali inizieranno il 28 giugno e seguiranno l’ordine di “chiamata” determinato dalla lettera estratta. Sulla carta è ormai tutto pronto, lunedì 18 giugno si sono insediate le commissioni. Probabilmente anche i ragazzi, a questo punto, si sentono preparati tra “ripassoni” ed eventuali nottate sugli argomenti che risultavano ancora ostici. Per trovare chi ancora non se ne fa una ragione, bisogna forse cercare tra i genitori ai quali il professor D’Isidoro lancia un appello semplice e chiaro: «Non inseguite il successo scolastico ad ogni costo. E non aggiungete stress alla legittima ansia di chi sente il peso della responsabilità per dover affrontare una prova importante. Ai candidati poi dico di stare tranquilli. Basti solo pensare che nella commissione ben tre insegnati sono interni». La professoressa Ferretti invita i genitori a «sostenere i figli dal punto di vista della fiducia e stima di sé» e aggiunge, rivolta ai candidati: «Siete arrivati alla fine di un percorso con una valutazione che somma i crediti degli ultimi tre anni. Vi si chiede una prestazione che tiene conto anche dell’aspetto emotivo. Affrontate le prove con grande serenità ed un grande in bocca al lupo a tutti!».
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