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Samb, Palladini serve per rompere l’ansia da vittoria che tanti danni ha sempre provocato

SERIE D - A una settimana dall'avvio della preparazione e nell'attesa dell'arrivo di un centravanti, vanno valutati alcuni elementi propedeutici a una stagione nella quale non si deve cadere nelle abituali trappole di una piazza calda come San Benedetto
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Ottavio Palladini

 

 

di Pier Paolo Flammini

 

In attesa degli ultimi colpi di mercato prima del raduno estivo (che dovrebbe iniziare fra una settimana al Samba Village), mercato che si riduce essenzialmente alla figura di un centravanti in grado di cambiare il giudizio sulla campagna acquisti da ottimo a eccellente (ne abbiamo parlato qui), c’è un elemento che va valutato ancor prima e riguarda l’approccio mentale di tutto l’ambiente al prossimo campionato.

 

Nelle precedenti vittorie del campionato di Serie D vi sono state due stagioni stradominate (2001 con presidenza Gaucci e Mei in panchina, 2016 con presidenza Fedeli e Palladini in panchina) e una invece sofferta e risolta solo all’ultima giornata (presidenza Pignotti e Palladini in panchina). Anche i due campionati 2001 e 2016, in realtà, ebbero delle evidenti difficoltà con sconfitte iniziali e avvicendamento in panchina.

 

Tuttavia la Serie D è tale che soltanto con un buon margine di vantaggio e con un dominio evidente della rosa rispetto alle altre, l’ambiente sportivo rossoblù è tranquillizzato e mette la giusta pressione alla squadra. In caso contrario, invece, le difficoltà rischiano di acuirsi, non tutti i calciatori di Serie D reggono la pressione della piazza (lo si è visto persino con calciatori esperti come Alessandro e in parte Sirri, un anno fa): insomma, il rischio avvitamento è sempre dietro l’angolo (forse per questo motivo la società sta scegliendo nuovi arrivati abituati soprattutto ai campi del sud, dove le doti caratteriali predominano spesso rispetto a quelle tecniche).

 

Nella scorsa stagione ci sono state grandi polemiche e discussioni, inizialmente, per i pareggi interni col Fano o esterno a Notaresco. Questa è stata la differenza principale con L’Aquila (seconda classificata) e anche Campobasso (vincente), per non parlare di Avezzano che ha superato la Samb al terzo posto alle ultime partite.

 

Per questo la figura di Ottavio Palladini potrebbe essere risolutiva. Tutto sta, ovviamente, nell’iniziare il campionato nel gruppo delle prime, come pre-condizione per non incappare nelle tensioni prima accennate. Ma forse nessuno come lui può fungere non da parafulmine, ma da schermo protettivo e da elemento mediatore tra le passioni di tifoseria e anche del presidente Massi e il “gruppo”.

 

Non ci aspettiamo infatti, nei prossimi mesi, parole roboanti o dichiarazioni fuori luogo, eppur dette un anno fa, in merito all’obbligo della vittoria del campionato. Anzi, sinceramente, anche se è ovvio che la Samb disputerà la prossima stagione per vincere – ma in un girone con L’Aquila, Recanatese e Ancona e tantissimi derby molto sentiti e difficili –  l’orizzonte di movimento deve essere più lungo del prossimo giugno, piaccia o meno a chi vuol soltanto sognare.

 

L’organizzazione dirigenziale in corso, l’ulteriore rafforzamento del settore giovanile e, sullo sfondo – o forse in primo piano – i progetti per la riqualificazione dei campi “Ciarrocchi”, “Samba Village” e “Riviera delle Palme“, devono procedere di pari passo coi risultati della prima squadra e hanno bisogno di tempo, e di qualche errore, per svilupparsi. Niente drammi, niente sfuriate, ma calma e direzione chiara.

 

CONFERME – Giornata di conferme sul fronte under per la Samb. Sono stati annunciati, dopo il rinnovo del terzino Chiatante di ieri, martedì, le conferme dell’attaccante Lonardo, classe 2005 (un gol per lui un anno fa) e del portiere Grillo, classe 2007, due presenze per lui nella scorsa stagione.

 

 


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