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Centrale di stoccaggio del gas, il Consiglio di Stato respinge il ricorso del Comune

SAN BENEDETTO - L'ente sambenedettese aveva impugnato la sentenza con cui il Tar Lazio aveva annullato ogni atto ministeriale di diniego all'istanza di proroga per il progetto in questione
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Centrale di stoccaggio gas, il Consiglio di Stao respinge il ricorso del Comune

 

di Giuseppe Di Marco

 

E’ una sentenza pesantissima, quella emanata pochi giorni fa dal Consiglio di Stato sulla questione della centrale di stoccaggio prevista a Porto d’Ascoli. L’organo di rilievo costituzionale ha rigettato il ricorso presentato dal Comune di San Benedetto. L’ente, infatti, aveva impugnato la sentenza con cui il Tar Lazio aveva annullato ogni diniego ministeriale alla concessione della proroga per la Via (Valutazione d’Impatto Ambientale) relativa al progetto.

 

Tale documento, fondamentale per l’avanzamento dell’iter, era stato rilasciato nel 2014 ed era scaduto nel 2019. La Gas Plus aveva chiesto che la sua validità venisse prorogata ma, nel luglio 2022, il Ministero della Transizione Ecologica e il Ministero della Cultura avevano respinto l’istanza di proroga. La società, quindi, aveva portato la questione all’attenzione del Tar e il suo ricorso, a un anno dal diniego, era stato accolto.

 

Situazione ribaltata, dunque: dopo anni di stallo, il Comune ha visto riemergere una questione sulla quale cittadini, associazioni e comitati avevano mosso una battaglia durissima. Di conseguenza, l’Amministrazione ha deciso di proporre ricorso in Consiglio di Stato, per annullare la sentenza del Tar Lazio. L’esito, però, non ha favorito l’ente rivierasco. Nella sentenza del 17 luglio 2024, infatti, la magistratura ha rigettato integralmente l’appello.

 

Perché? Il Comune aveva puntato sul fatto che la Commissione Via, nel negare la proroga, avesse dato importanza alla fragilità dei luoghi interessati, collegata agli eventi sismici verificatisi a partire dal 2015. Per il Consiglio di Stato, però, «nessuna delle contestazioni mosse dalla Commissione Via in relazione alle varie matrici ambientali risulta muovere da effettivi cambiamenti riscontrati nell’ambiente o sul territorio, non ricollegabili alla normale e attesa evoluzione del contesto urbano e dello sviluppo sociale ed economico della zona».

 

Continua la sentenza: «La sismicità dell’area era, inoltre, anch’essa già nota al momento del rilascio dell’originario decreto di Via, essendo stata, tra l’altro, oggetto di numerosi approfondimenti (anche su sollecitazione delle stesso Comune di San Benedetto del Tronto), così come numerosi altri ambiti, nei quali devono essere esclusi mutamenti idonei a giustificare il diniego di proroga».

 

Per il Consiglio di Stato, infine, la sentenza del Tar Lazio «non determina una riduzione della tutela dell’ambiente o delle garanzie di salvaguardia del territorio».


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