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Prostituzione sulla Bonifica, la Dda di Ancona ridimensiona le accuse per i 19 indagati nigeriani

ASCOLI - Decaduta l'ipotesi di reato di associazione di stampo mafioso. Il processo andrà avanti a Macerata per gli altri reati contestati al sodalizio che praticava riti di affiliazione e costringeva le giovani a prostituirsi
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Il Tribunale di Ancona

 

La Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Ancona ha sorpreso tutti richiedendo l’archiviazione parziale dell’inchiesta contro 19 persone arrestate nel luglio 2020, accusate di coinvolgimento in un traffico di prostituzione lungo la strada Bonifica a cavallo fra le province di Ascoli e Teramo.

 

L’avvocato
Simone Matraxia

 

A gennaio, la Corte d’Assise di Teramo aveva accolto l’eccezione di incompetenza territoriale presentata dall’avvocato Simone Matraxia, trasferendo il caso al tribunale di Macerata. Matraxia aveva sottolineato che il reato più grave, la tratta di esseri umani, riguardava ragazze tenute in un appartamento di San Benedetto, rientrando quindi nella giurisdizione della Corte d’Assise di Macerata. Qui il processo dovrà ripartire, con l’accusa sostenuta dalla DDA di Ancona anziché da quella dell’Aquila.

Recentemente, la DDA di Ancona ha però richiesto l’archiviazione dell’accusa di associazione mafiosa, affermando che gli elementi indiziari raccolti non supportavano sufficientemente una previsione di condanna per questo reato. La richiesta è stata accolta dal giudice per le indagini preliminari, rimuovendo l’accusa di associazione mafiosa dal capo d’imputazione dei 19 imputati.

 

Questi cittadini nigeriani erano accusati di appartenere alla “Supreme Eiye Confraternity (SEC)” o “Eiye”, un’organizzazione radicata in Nigeria e diffusa in diversi stati, equiparata per struttura e intimidazione alle mafie tradizionali. L’indagine aveva rivelato che la cellula territoriale degli “Eiye” si caratterizzava per segretezza, rituali di affiliazione, linguaggio e simbologia rigorosi, e azioni violente. Le attività illecite spaziavano dal riciclaggio e intermediazione finanziaria illecita verso la Nigeria, alla tratta di giovani donne sfruttate sessualmente lungo la Bonifica e sottoposte a violenze e vessazioni. Tuttavia, l’accusa di associazione mafiosa è decaduta.


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