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Il fritto misto si trasforma “alla cossignanese”: «Al lavoro per ottenere la “Denominazione comunale d’origine”»

LA SEGNALAZIONE - La sagra che si tiene ogni anno a Cossignano cambia dicitura facendo storcere il naso a molti. Ma la Pro Loco organizzatrice precisa: «Offriamo una varietà di prodotti che vanno oltre il classico piatto ascolano». Non è la prima volta che olive e cremini finiscono per diventare altro
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di Luca Capponi 

 

 

«La “Sagra del fritto misto alla cossignanese” offre una varietà di prodotti che vanno oltre il classico fritto misto all’ascolana. Per questo motivo abbiamo deciso di dare un nuovo nome alla sagra, così da rappresentare al meglio la nostra offerta unica e speciale. Stiamo lavorando per ottenere una Denominazione Comunale d’origine (De.Co.) per il fritto alla cossignanese, un riconoscimento che certificherebbe la tipicità e l’origine locale del nostro prodotto». 

 

A parlare è la Pro Loco Cossinea, organizzatrice della iniziativa gastronomica che si tiene a Cossignano dal 2 al 5 agosto. Molti lettori, infatti, avevano segnalato la presenza di alcune locandine promozionali un po’…ambigue. Olive, cremini e tutto quanto di succulento compone l’inossidabile fritto misto all’ascolana era diventato alla “cossignanese”, in riferimento al cosiddetto ombelico del Piceno, spettacolare borgo sospeso tra la val Menocchia e il fiume Tesino. Che evidentemente ha prodotto una variante finora sconosciuta del prelibato piatto.

Le locandine che promuovono l’evento

 

Da qui l’interrogativo rivolto alla Pro Loco, che ha svelato l’arcano. Sì, perché fino allo scorso anno il tradizionale evento, nato nel 2008, era riportato come “Sagra del fritto misto all’ascolana”, così come sul sito del Comune. Da quest’anno, il cambio di dicitura.

 

Nemmeno i post sulla pagina Facebook della Pro Loco Cossinea avevano chiarito molto le idee: “Vi aspettiamo il 2/3/4/5 agosto a Cossignano per assaporare i nostri deliziosi fritti, olive ascolane, cremini, cotolette, formaggio fritto, e le verdure fresche zucchine, funghi e cipolle preparate dalle sapienti mani delle nostre volontarie e volontari”.

 

Nulla ovviamente da dire sull’impegno e la passione di chi lavora a questi eventi per tutto l’anno, promuovendo il territorio e le sue meraviglie. Anzi. Proprio la promozione del territorio era diventata però materia del contendere.

 

«Crediamo sia ingiusto, soprattutto da parte di un comune della provincia che dovrebbe tutelare l’eccellenza del territorio e trasmettere un corretto messaggio soprattutto a turisti e visitatori – è il senso delle segnalazioni giunte in redazione -. Sarebbe interessante capire il senso di scrivere fritto misto alla cossignanese e quali caratteristiche abbia rispetto a quello ascolano. Forse le olive conosciute in tutta Italia e in tutta Europa e nel mondo “all’ascolana”, nella nostra provincia dimezzata non hanno diritto di essere chiamate così».

 

Già lo scorso anno il fritto misto all’ascolana fu coinvolto in uno strambo qui pro quo gastronomico, diventando “alla maceratese” durante un evento made in Marche (leggi qui) e suscitando inevitabili ilarità. Come se, a Monza, le cotolette alla milanese venissero proposte come “cotolette alla monzese”.

 

Quando la gaffe si cucina: il fritto misto all’ascolana diventa… maceratese


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