di Salvatore Mastropietro
L’ultima nota ufficiale del patron Massimo Pulcinelli, ad eccezione di un paio di interventi via “Instagram”, di qualche sporadico messaggio fatto trapelare e di un’intervista concessa a una testata siciliana, era datata 14 giugno 2024. Un silenzio interrotto oggi, con una lettera aperta rivolta all’ambiente Ascoli Calcio.
Tanti i temi toccati dall’imprenditore romano in un discorso che parte dalla delusione per la retrocessione arrivata lo scorso 10 maggio: «Torno a parlare a distanza di qualche mese dall’ultima volta, ho scelto di restare in silenzio nelle settimane successive alla retrocessione e questo tempo mi è servito per metabolizzare, per riflettere e per capire. Ed è proprio da un’analisi accurata degli errori commessi che penso si possa ripartire. Chiedo di nuovo scusa a tutti i tifosi bianconeri per gli errori commessi, che ci hanno condotto a una retrocessione, che ancora oggi fa male. Non mi aspettavo un epilogo così nefasto».
Nelle ultime settimane l’attenzione del popolo bianconero è stata rivolta prevalentemente alle trattative per la cessione del club, su cui la posizione di Pulcinelli è netta: «Ho manifestato più volte la volontà di chiudere il mio capitolo col calcio – lo confermo oggi – soprattutto dopo una retrocessione dolorosa, che ha abbattuto gli animi di tutti, me per primo. Inizialmente sembravano esserci i presupposti per un passaggio di mano del Club, nel corso degli ultimi mesi sono stati tanti gli interessamenti nei confronti dell’Ascoli, poi svaniti, come è noto, ma stiamo continuando a lavorare nella direzione di un passaggio ad una proprietà seria, solida ed in grado di garantire un futuro radioso a questa città e al suo grande club. Purtroppo fino ad oggi non è accaduto. Qualcuno ha scritto di offerte milionarie che sarebbero pervenute, di fantomatici rilanci da parte mia, di posta in palio altissima, di cifre debitorie surreali. Peccato che le proposte, quelle prese in considerazione, non prevedessero l’assunzione neppure di una minima parte del debito o garanzie in ordine ad una patrimonializzazione stabile della società».
Adesso, però, secondo Pulcinelli c’è la necessità di guardare avanti nonostante il clima non sia dei migliori: «In questo periodo non siamo rimasti in attesa degli eventi; una società di calcio non può permettersi di fermarsi. Alcune persone vicine alla società sono state allontanate, stiamo riorganizzando tutto l’organigramma aziendale, puntando su persone ‘da Ascoli Calcio’. In queste settimane la difficoltà è stata portare avanti l’organizzazione e l’operatività societaria in un clima di rancore, rabbia e delusione – sentimenti comprensibili dopo una débâcle sportiva – oltre che nell’incertezza legata alle vicende del possibile passaggio di proprietà, al momento non ancora concretizzatosi. Ora però bisogna andare avanti. Dopo una retrocessione è importante resettare tutto, rimboccarsi le maniche e capire che la Serie C è una categoria in cui bisogna calarsi con la mentalità giusta, serve avere fame, voglia di arrivare, di dare tutto per la causa, aspetti che ho percepito nei tre ragazzi nuovi Bertini, Campagna e Tirelli e che, sono certo, vedrò nei giocatori che arriveranno».
Sulla programmazione della nuova stagione sportiva, Pulcinelli afferma: «Ci stiamo muovendo sul mercato per riuscire a costruire un organico forte e competitivo che riesca nell’impresa, difficile, ma non impossibile, di riportarci di nuovo nella categoria che questa piazza merita. Sicuramente ciò non può avvenire senza l’aiuto di voi tifosi, che siete ricchezza, valore aggiunto e unico patrimonio di questo Ascoli. Da sempre. La passionalità dell’ascolano è conosciuta e riconosciuta ovunque e i nuovi calciatori sono arrivati da noi per respirare e vivere appieno questa passione. Ci avete accompagnato in massa nelle trasferte più lontane e difficili dimostrando un attaccamento e un coinvolgimento senza pari».
Di qui un appello alla piazza bianconera: «Per tutto questo vi chiedo di mettere da parte rancori e incomprensioni per cercare di ripartire insieme da zero. Questo è il momento di stringersi, compatti, attorno alla squadra, allo staff, ai vari collaboratori e dirigenti che stanno lavorando alacremente per poter allestire un team ‘da Ascoli’ e che sia il più competitivo possibile per rivestire un ruolo apicale nel prossimo campionato. Le cessioni di Pedro Mendes e Fabrizio Caligara hanno prodotto un ricavo importante, che permetterà al DS di operare sul mercato per trovare 4/5 rinforzi nei vari reparti, con giocatori di livello utili per dare solidità a una squadra giovane sì, ma con tanta voglia di riscatto. L’impegno da parte mia c’è, senso di rivalsa e di reazione all’annata passata anche. C’è – spero di aver dimostrato almeno questo – un senso di responsabilità nei confronti di un club che ha rappresentato tanto nel calcio nazionale e che quest’anno avrà bisogno di tanta ‘tigna’ ascolana per imporsi sui campi difficili della Serie C».
Chiosa finale con apertura ad un confronto con tifoseria e istituzioni per cercare di mettere alle spalle le polemiche degli ultimi mesi: «Servirà la mentalità, quella che noi tutti, me per primo, dovremo avere in ogni secondo di questo campionato e spero di trasmetterla a calciatori e collaboratori che dovranno agire di spada e non di fioretto. Il clima negativo che si è creato non porta da nessuna parte se non ad aggiungere problemi, di cui non abbiamo bisogno. Da parte mia c’è la massima disponibilità ad incontrare quanto prima il Sindaco e una delegazione della tifoseria per un confronto schietto e aperto, utile per chiarirsi e trovare un punto di ripartenza perché – ne sono certo – la nostra voglia di rivincita contro tutto e tutti, è la stessa di molti di voi. Adesso occorre mettere da parte ogni dissapore e, nel rispetto del ruolo di ognuno, ripartire da un progetto sano e serio con la coesione e l’aiuto di tutti, di imprenditori locali, politici, sponsor – ringrazio Fainplast, Maic, Pulitissima e Gruppo Gabrielli per l’apporto fornito nella fase di iscrizione al campionato – e, anche, fondazioni ed enti che possano sostenere e dare forza a squadra e ambiente per una immediata risalita. Perché si può fare. E ce la faremo».
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