di Marco Braccetti
«Né i Servizi sociali né la polizia municipale erano a conoscenza di questa situazione». Parole di Andrea Sanguigni (assessore alle Politiche sociali del Comune di San Benedetto) che interviene così dopo il caso sollevato dal nostro giornale. Ossia quello di una persona di mezza età che, da giorni, dormiva nell’area dell’ex camping; esattamente sotto al loggiato del complesso che, fino a qualche anno fa, ospitava il punto-informativo dell’associazione albergatori.
Da tempo quell’area è nel totale abbandono, diventando l’estremo rifugio di chi non ha più una casa dove stare.
Dunque, venuto a sapere tramite il nostro giornale della situazione, l’assessore Sanguigni ha mosso le sue leve, con la polizia municipale chiamata ad effettuare un sopralluogo per valutare tutte le necessità di quell’uomo, cercando poi una soluzione a questa spiacevole vicenda. Una vicenda che, purtroppo, non è isolata. Nell’area del centro, durante quest’estate si possono incontrare vari bivacchi di persone senza fissa dimora. Panni stesi sulle storiche balaustre e condizioni igieniche discutibili.
Sono i frutti velenosi di un’emergenza-abitativa che interessa tutt’Italia e non risparmia neanche la Riviera. La questione torna, ciclicamente, d’attualità e non riguarda solo l’estate. Un grido di preoccupazione era stato lanciato già anni fa dai concessionari di spiaggia che vegliano sula costa anche oltre la stagione balneare. In un freddo dicembre, erano stati segnalati clochard che dormivano sia sulla sabbia che all’interno del perimetro di qualche chalet.
Nelle parole del presidente degli Imprenditori turistici balneari, Giuseppe Ricci, la stretta al cuore di chi si trova davanti agli occhi a persone sistemate all’addiaccio, vicino al freddo Adriatico invernale: «Il quadro che ci troviamo davanti denota quanto sia grave la crisi sociale ed economica che il nostro Paese sta attraversando. Penso che ognuno di noi sia chiamato a fare qualcosa di concreto per alleviare certe sofferenze». Sulla spinta di certi drammi sociali, l’Itb promosse una raccolta-fondi a favore della Caritas.
Proprio la Caritas Diocesana di via Madonna della Pietà 111 (zona Ponterotto) dal 2020 ha al suo interno dei dormitori, realizzati nell’ambito di un progetto “La casa di Lazzaro”. Certo, si può fare ancora molto, anche perché i numeri dei senza fissa dimora sono, purtroppo, sempre più alti dei posti a disposizione. Ma, occorre ricordarlo: ci sono clochards che preferiscono non recarsi in questi centri d’accoglienza. In tali circostanze, dunque, ogni mano tesa risulta inutile verso chi non vuole aggrapparvisi.
Comunque sia, il tema è sempre di una certa attualità. «I poveri sono tra di noi – disse a più riprese l’ormai ex vescovo diocesano: monsignor Carlo Bresciani – quelli che vediamo e quelli che non vediamo. Quelli che non vediamo perché non vogliamo vedere e quelli che non vediamo perché la nostra disattenzione e la preoccupazione per le incombenze quotidiane non ci permettono di vedere. Ma qui in questo luogo noi li vediamo, li vediamo che vengono a bussare. La Casa di Lazzaro, quindi, è segno di una sollecitudine, di un’attenzione a dare dignità, per quanto possibile».
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