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Le storie di Walter: Alessandro & Daniele, vite da croupier

ASCOLI - La bella storia di due ragazzi ascolani che sono riusciti a trovare la propria strada nella vita inventandosi, da soli, un lavoro. Uno di quelli poco comuni, che si vedono solo nei film. Da sette anni migranti economici, come tanti nostri giovani, in Gran Bretagna, ma con il mondo intero ad aspettarli fuori. Per nuove avventure
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Daniele con Alessandro i due croupier ascolani

 

 

di Walter Luzi

 

Le generalizzazioni sono sempre sbagliate. E allora non definiamoli più tutti come dei fancazzisti i nostri giovani. O, almeno loro, Alessandro e Daniele, costituiscono una bella eccezione. Ascolani, ventisettenni, hanno saputo trovare con coraggio e sacrificio la loro strada nella vita. Non una delle solite, collaudata, omologata, legata ad una laurea, o ad un mestiere. Ma una non comune, affascinante come uno di quei sentieri poco battuti, che, all’inizio, quando lo imbocchi non sei neppure sicuro che sia veramente quello giusto. Inseguendo uno di quei ruoli che hai visto solo nei film, al cinema o in televisione. Quello dei croupier ai tavoli da gioco dei casinò. Oggi è questo il lavoro di Alessandro Santillo e Daniele De Solis in Inghilterra. Loro ce l’hanno fatta. Scommettendo sulle loro capacità, e su una opportunità occupazionale che solo strada facendo si è rivelata affidabile, concreta. Hanno corso il rischio della fregatura e del raggiro, sempre in agguato su Internet, e si sono abituati, non senza magone, anche alla lontananza da casa, dagli affetti più cari, alla nostalgia per la loro città che si portano nel cuore.

Con mamma e papà a cantare la Pasquella

 

Alessandro e Daniele. Due vite che si incrociano, come tante altre, grazie ad una frequentazione adolescenziale, e un’amicizia che si cementa in un comune percorso di vita che li ha fatti presto diventare uomini. Due strade che corrono a lungo parallele, inseguendo i propri sogni e le proprie passioni, senza timori o tentennamenti. Con quel pizzico di sana incoscienza, di voglia di andare a prendersi il proprio futuro, che dovrebbe appartenere ad ognuno dei nostri giovani. Troppo spesso, invece, narcotizzati dalle social-dipendenze e placidamente stravaccati nelle loro comfort zone famigliari ad aspettare che la manna piova dal cielo. Parlando dell’esperienza vissuta da Alessandro e Daniele ripercorreremo la vita di quest’ultimo, cresciuto fra i buoni sapori antichi che la sua famiglia ha avuto il merito di custodire. E la capacità, rara ai giorni nostri, di sapergli trasmettere.

 

La magia di Coperso

 

Certi talenti i bambini li mettono in mostra molto precocemente. Daniele De Solis, ventisette anni oggi, ha conosciuto presto il suo esordio …nello spettacolo. In braccio alla mamma Antonietta ha cantato con il papà Piero, la sua prima Pasquella a nemmeno tre mesi di vita.

 

 

Un predestinato. In una famiglia molto legata a tutte le antiche tradizioni, come il Carnevale in maschera, e alle espressioni del folklore locale, che sicuramente lo ha sempre, positivamente, stimolato. Lui, curioso, intuitivo, estroverso lo è stato fin dalla scuola materna. Doti incise nel suo dna. Simpatico, scherzoso, ama presto intrattenere i compagni con le sue gags. A tre anni, quando frequenta ancora il primo anno di asilo, pur relegato nel coro insieme ai più piccini, memorizza tutte le battute dei protagonisti principali più grandicelli impegnati nelle prove della tradizionale recita scolastica natalizia, e le ripropone in casa coinvolgendo familiari e i loro amici.

 

(Il testo continua dopo le immagini)

A Carnevale in maschera con i genitori

A Carnevale tutta la famiglia De Solis in maschera

 

Nella quiete infinita di Coperso, nel buen retiro che i genitori, Pierino ed Antonietta, hanno voluto, con sacrificio, ristrutturare in aperta campagna, assegna le parti e insegna le battute, che ricorda a memoria, ai genitori, zii, e ai loro stupefatti amici. Già da allora Daniele sogna di poter diventare, un giorno, un attore comico. A sei anni entra nell’Azione Cattolica dove arriverà a diventarne anche educatore. Crescendo, frequenta le scuole Elementari e Medie all’Istituto delle Concezioniste di Ascoli, dove, pure studioso con buon profitto, le suore stentano parecchio ad arginare la sua vivacità e le sue birichinate.

Daniele con la sua maestra all’Istituto delle Concezioniste

Daniele da bambino intento a lavorare le olive all’ascolana

 

Gioca qualche anno anche al calcio nel Borgo Solestà di Adriano Pistolesi, ma non si sente, né, tanto meno, ambisce a diventare, un campione di questo sport. Rifugge infatti dalla competizione. Il desiderio di emergere e primeggiare non gli appartiene, e quando questo gioco non lo sente più come tale, solo come un divertimento appunto, smette. All’erba sintetica della scuola calcio preferisce, di molto, le partitelle senza fine con gli amici sul piccolo campetto improvvisato in terra battuta che i suoi gli hanno messo su sempre nel verde di Coperso. Il “calcio selvaggio” come lo chiama lui, a contatto diretto con la Natura quasi incontaminata che per sempre amerà.

Le partite a pallone a Coperso

E’ cresciuto respirando quest’aria Daniele, qui, dove anche i grandi giocano ancora a tutti i giochi semplici e genuini di una volta. A Coperso, nella vecchia casina ristrutturata dai suoi genitori senza snaturarne l’anima, e nell’aia animata da gatti e galline, il tempo si è come fermato. A ristorare l’anima di tutti quelli che hanno la fortuna di frequentarla dalle tossiche contaminazioni della modernità, come in un oasi felice dove l’Umanità e i valori di una volta vengono gelosamente preservati. Tempio di buoni sentimenti e buoni cibi, come le olive all’ascolana, che Daniele impara a preparare in casa con la mamma fin da bambino, e di cui andrà sempre matto.

 

Il diploma conseguito brillantemente all’Istituto tecnico agrario lascia presagire un conseguente percorso universitario, magari in Veterinaria secondo le aspettative materne, ma Daniele spiazza tutti. La sua priorità, subito dopo il diploma, è la patente di guida, che si paga lavorando per qualche mese come commesso di magazzino all’Oasi Verde, fra piantine, sacchi di concime e animali da cortile. E poi, subito, l’avventura. Con una patente fresca di principiante in tasca che consiglierebbe mete più prossime. Invece no. Si parte. Al massimo, come canta Vasco. Destinazione Sardegna.

Daniele alla chitarra con gli amici a Coperso

 

L’animatore

 

Grazie al suo solito fraterno amico, e mentore, Alessandro Santillo, che gli ha procurato il contatto, fa l’animatore in un villaggio turistico fra Arbatax e Orosei.

 

«Lui lavorava già lì come pianista – ricorda Daniele – grazie alla sua raccomandazione mi hanno preso che ero…senza arte né parte… Riuscivo solo subito simpatico a tutti, ma oltre alle comunicazioni di spiaggia, ai giochi aperitivi e agli spettacolini dopo cena non andavo».

Daniele De Solis

 

Una lunga estate, da luglio a novembre, a contatto con la gente, di cui si diletta a osservarne attentamente, da caratterista nato, i comportamenti, le manie, i tic, gli aspetti curiosi e grotteschi che trasformano spesso le persone in macchiette involontarie. La vita lui l’ha intesa sempre così, come un gran divertimento, con il desiderio, più volte esternato, di voler rimanere sempre bambino. Sogna di fare l’attore Daniele, ma le varie accademie che contatta non gli vanno a genio. “Non era quello che mi aspettavo” dice. Molla quasi subito, dopo una brevissima frequenza, anche il Dams di Teramo, anche per non gravare troppo, e inutilmente, sul bilancio della famiglia. Quando ritorna l’estate riparte per la Sardegna. Nell’autunno successivo è ancora il suo fido amico Alessandro a dargli la dritta, a suggerirgli di nuovo la rotta. Su Internet ha notato una scuola siciliana che forma personale per i casinò. Assicurano un lavoro sicuro anche con possibilità di impiego all’estero. Tutto molto intrigante. Ma c’è da spenderci, meglio, investirci, qualche migliaio di euro. Sarà una delle tante bufale, sempre in agguato sulla rete? Decidono di correre il rischio. Rompono il salvadanaio e danno fondo a tutti i loro risparmi. Partono insieme per la Sicilia. Un’altra isola, un’altra avventura.

 

La scuola dei croupier

 

A Palermo prendono una stanza in comune come loro alloggio. “Il corso alla Chilton Scuolacroupier è stato molto impegnativo – ricorda sempre Daniele De Solis – per tre mesi, cinque giorni su sette, otto ore al giorno, ci hanno insegnato tutto quello che c’era da sapere. Da zero. E in inglese ovviamente. Per chi non aveva molta dimestichezza con la lingua poi, mettevano a disposizione anche un corso di inglese. Ci hanno spiegato come funziona un casinò e tutti i giochi che lo animano. E i nostri compiti, ovviamente, soprattutto”.

 

Un momento del corso di croupier frequentato a Palermo

Prima ancora della fine del corso di formazione la scuola tiene fede alle promesse fatte, e li mette in contatto con i potenziali datori di lavoro. “Eravamo già d’accordo con Alessandro – racconta Daniele – per accettare qualsiasi destinazione nel mondo ci fosse stata offerta. A stare lontani da Ascoli ci eravamo già abituati, e, a quel punto, volevamo sfruttare ogni chance. Sosteniamo così su skype il colloquio con il Grosvenor casinò di Bristol. Neanche troppo difficile in verità, ma, abbiamo scoperto poi, neanche loro si aspettavano l’arrivo di personale così già ben preparato”.

 

L’assunzione è immediata. Si riparte insieme. Stavolta in aereo. Destinazione Inghilterra. Meglio, Galles. Aeroporto internazionale di Bristol. E’ il febbraio del 2018.

I due giovani ascolani il giorno del loro diploma di croupier

 

Les jeux sont faits

 

«Trovare casa lassù non è stato semplicissimo – racconta sempre Daniele – ci siamo arrangiati in un ostello. Camerate con letti a castello, insieme ad altre dodici persone di ogni nazionalità, e servizi igienici in comune”. Una sistemazione molto spartana vissuta da noi con i capelli bianchi durante il servizio militare obbligatorio di leva, ma ignota ai giovani di oggi, abituati alla loro irrinunciabile, e sempre garantita in ogni ambito, comfort zone. “Per di più avevamo orari di riposo sempre variabili – continua Daniele – perché, fino a prima della pandemia da covid il casinò restava aperto ventiquattro ore su ventiquattro su quattro turni di lavoro. Oggi invece apriamo le sale da gioco solo dalle 14 fino alle 5 della mattina dopo».

 

Place your bets. No more bets thank you. Le formule che scandiscono ai tavoli verdi che governano, anche se noi siamo più abituati a sentirle pronunciare in francese. Passano nove mesi, poi Alessandro decide di trasferirsi in un altro grande casinò, il Palm Beach, di Londra. Per lui scatta il richiamo della grande metropoli, dove i piatti sono ancora più ricchi. La coppia vincente di amici si scioglie, ma l’amicizia, quella, resterà per sempre. Daniele invece resta a Bristol, dove, nel frattempo, ha scoperto un altro ottimo motivo per rimanere.

 

Ascoli nel cuore

 

C’è un’altra italiana, infatti, che lavora ai tavoli del Grosvenor come croupier. Molto carina. Cupido scocca presto i suoi dardi, che centrano e trafiggono, in contemporanea, entrambi i giovani e palpitanti cuori.

Daniele con Irene

Lei si chiama Irene. Viene da Tarquinia, ma ha profonde radici sarde. E il sorriso di serie come lui. Presto vanno a vivere da soli in un piccolo appartamentino del centro di Bristol. Dividendo le spese, e moltiplicando le gioie. Fanno, entrambi, anche “carriera” sul lavoro. Lei è oggi head cashier. Lui, invece, ora è Ispector/pit boss. Gestisce cioè l’apertura dei tavoli e la rotazione dei croupier. E in più si occupa anche del training dei nuovi assunti. Con le palline che corrono veloci sulle roulette, girano anche le vite di chi a quei tavoli si siede. Macchinoni parcheggiati fuori e capacità di spesa pressochè illimitate. Ma anche studenti universitari che si giocano due lire, vecchi milionari sotto braccio a giovanissime bonazze dell’est, e facoltosi uomini d’affari in compagnia di bellissime pupattole bionde ingaggiate come costosi portafortuna.

 

E poi ci sono loro, gli immancabili e irriducibili schiavi del vizio, sfigati e un po’ trasandati, che presto finiscono per attirarsi le attenzioni dei funzionari della Gambling Commission. E’ l’ente che vigila sui giocatori che esagerano con le puntate. Quassù il gioco d’azzardo è severamente regolamentato per prevenire il riciclaggio di denaro sporco e, soprattutto, scongiurare in tempo utile che qualche ludopatico finisca in completa rovina. Per tutti gli altri comuni mortali con pochi spicci in tasca resta il richiamo alla portata di tutti, il brivido di una sera a pochi pounds delle innumerevoli slot machine che tappezzano le pareti di ogni casinò grande e piccolo.

Daniele al lavoro

 

«L’Italia manca sempre – commenta Daniele – anche se l’apprezzo di più quando ci torno in vacanza. Perchè mi godo solo i lati positivi di questo nostro meraviglioso Paese. Così come quelli della mia città. I tantissimi amici, ascolani e non. Mio fratello più piccolo, Francesco, che studia Psicologia. E poi i miei genitori, che mi hanno sempre appoggiato per riuscire a trovare la mia strada nella vita».

 

Pietro universalmente conosciuto come “Pierino”, oggi pensionato, e Antonietta, sempre vulcanica come da ragazzina, nonostante lo scorrere delle primavere. Bristol è cittadina piccola, tranquilla, vivibile, affacciata sul mare e sulla vicinissima Cardiff. Ma il mondo è grande, e a ventisette anni altre esperienze di vita, prima che lavorative, vanno vissute. E non solo per rimpinguare il curriculum, o il conto corrente. Le navi da crociera sono il prossimo obiettivo di Daniele e Irene. Il prossimo sogno da vivere insieme. I tavoli verdi delle città galleggianti sull’immenso oceano li aspettano. Place your bets ragazzi. E good luck.

Con Irene


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