di Luca Capponi
Una t-shirt speciale per celebrare il settantennale della Quintana e non solo. I Castelli e la loro fedeltà immutata. La devozione per il santo patrono Emidio. L’unione ed il legame di tutto un territorio.
Il colore, rosso, simbolo di passione. E un acronimo stilizzato: Castelli Vassalli della Quintana di Ascoli.
L’ha realizzata Stefano Marozzi, ascolano doc, figlio del compianto Mario che gli ha trasmesso grande amore verso le cento torri, artista e personaggio poliedrico che da sempre anima e viva la città a 360 gradi, in ogni sua sfaccettatura: come non ricordare, ad esempio, nella mitica mascherata con moglie e figlio nei panni della famigliola capitanata dal pignolo Furio/Carlo Verdone nel film “Bianco, rosso e Verdone” (leggi qui).
«La maglietta è nata pensando a questi 70 anni, in cui si sono aggiunti i nel tempo i 16 castelli che erano legati alla città di Ascoli e che offrivano un drappo per i giochi che si tenevano in onore di Sant’Emidio, tra cui spiccava proprio la Quintana – racconta Marozzi -. Vuole essere una rappresentazione grafica del Piceno più Monte San Pietrangeli che ora si trova in la provincia di Fermo, a simboleggiare l’unione e l’importanza di questi giochi medievali. Ogni castello è disegnato all’interno del proprio territorio comunale con tanto di stemma, al centro c’è Ascoli in una cartina geografica che omaggia anche la devozione per Sant’Emidio all’interno del territorio».
I Castelli omaggiati, che ogni anno partecipano con grande attaccamento all’offerta dei ceri ed alla sfilata della Quintana sono Acquasanta Terme, Arquata del Tronto, Castel di Lama, Castorano, Folignano, Montegallo, Montemonaco, Monteprandone, Monte Passillo, Monte San Pietrangeli, Patrignone, Porchia, Ripaberarda, Roccafluvione, Venarotta e Force, ultimo ad unirsi.
«Ancora oggi, anche lungo la costa, ci sono tante persone, anziani ma non solo, che si chiamano Emidio, a testimoniare appunto la forte devozione, suggellata anche dai nomi che venivano dati ai bambini – conclude Marozzi -. La maglietta vuole al contempo auspicare un senso di apertura della Quintana ma in generale di Ascoli verso i comuni limitrofi quale punto di riferimento, nel ruolo di città metromontana auspicato da molti, disponibile ed inclusiva soprattutto per il cratere sismico».
Curiosità: indovinate come si chiama il figlio tredicenne di Stefano e della consorte Chiara Giovannozzi? Troppo facile…
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