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Caso team building, il dottor Loria: «Serve fare formazione? Gli specialisti vadano in Pronto Soccorso»

ASCOLI - L'ex primario del Pronto Soccorso e di Medicina d'Urgenza dell'ospedale "Mazzoni" avanza dei suggerimenti sulle attività da intavolare per favorire una reale formazione dei dipendenti Ast
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Il dottor Massimo Loria

 

Il caso del progetto di “team building” in barca a vela ha suscitato le più disparate reazioni. Politici, addetti ai lavori e semplici cittadini non hanno lesinato critiche nei confronti della direzione Ast, che però ha preso le distanze dall’accaduto.

 

Tra gli altri, ad esprimersi è stato anche il dottor Massimo Loria, ex primario del Pronto SoccorsoMedicina d’Urgenza dell’ospedale “Mazzoni” di Ascoli. Oltre a dire la sua sull’episodio, l’ex direttore dell’unità operativa ha colto l’occasione per proporre dei suggerimenti nell’ambito della formazione prevista dall’Azienda Sanitaria.

 

«Tale progetto – scrive Loria – ha sì una certa valenza formativa ma viene percepito dal cittadino (e da molti operatori) come esempio di una pessima utilizzazione delle risorse. Ma se è vero che non è in contrasto con un piano formativo, è altrettanto vero che appare decisamente inopportuno. La logica e il buonsenso suggeriscono infatti che prima di dare vita a progetti simili, vengano soddisfatte, in via prioritaria, le altre esigenze formative di base o comunque prioritarie. Cosa di difficile realizzazione vista la cronica esiguità delle risorse che vengono destinate per la formazione».

 

Continua il medico: «Solo una volta soddisfatta questa esigenza con una solida formazione di base di tutti gli operatori, le risorse residue possono essere impiegate per la realizzazione di progetti simili. La presa di distanze della direzione su questo episodio mi fa pensare che il suo pensiero non si discosti molto dal mio».

 

Secondo l’ex primario, il miglioramento delle dinamiche relazionali tra gli operatori può essere più efficacemente ottenuto e anche con minor dispendio di risorse, facendo prendere agli operatori maggior consapevolezza del lavoro svolto dai colleghi con i quali devono interfacciarsi, e delle modalità e condizioni in cui questo lavoro viene svolto.

 

«Un esempio? – prosegue Loria – Per il Pronto Soccorso ad esempio si programmi, anche solo per un paio di turni la presenza, a turno, di una rappresentanza dei medici dei reparti nella sala d’attesa del Pronto Soccorso, come semplici osservatori insieme ai pazienti in attesa di essere visitati. Bene attenti ai loro commenti e alle loro osservazioni. Poi, per un altro paio di turni, gli stessi medici nelle sale visite, al fianco del medico di Pronto Soccorso non di supporto, ma in veste di semplici osservatori».

 

Conclude Loria: «Sono fermamente convinto che ciò porterebbe ad un notevole miglioramento dei rapporti a volte conflittuali tra i vari operatori, che avrebbe come conseguenza una maggior “fluidità” del servizio con una riduzione dei tempi di attesa, a tutto vantaggio dell’utenza».


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