di Marco Braccetti
Tolti i divieti, restano le polemiche. A San Benedetto, la revoca dei limiti alla balneazione non cancella alcune défaillance logistiche rispetto a come erano stati apposti i cartelli di divieto. Logica e buonsenso vorrebbero che la cartellonistica informativa fosse piazzata nel modo più visibile e comprensibile possibile.
Ma, evidentemente, qualcosa è andato storto. Infatti, in alcune delle aree interessate dai divieti, si potevano osservare cartelli messi di lato o, addirittura, di spalle rispetto al mare. Per la serie: prima entri in acqua e poi, mentre esci, leggi dei divieti.
Nei pressi del fosso Acqua Chiara, il cartello era piazzato proprio a ridosso del fosso stesso, quasi come se il divieto riguardasse il piccolo corso d’acqua e non il mare.
«Viene da chiedersi se si tratti di uno scherzo» commenta il consigliere comunale di minoranza Nicolò Bagalini, criticando aspramente la macchina municipale : «E’ solo grazie alla mancanza di una attenta pianificazione, all’assenza della precisione nei dettagli, alla carenza della minima cura di ogni particolare che in questa città non funziona mai nulla».
Insomma: non certo il massimo dell’organizzazione per una località ad altissima vocazione turistico-balneare. Paradossalmente, verrebbe da sperare che i cartelli fossero stati inizialmente posti in maniera corretta dagli addetti ai lavori e poi spostati da qualche “disfattista”.
Ma i precedenti, proprio in materia di cartellonistica on the beach, non sono a favore del Comune.
Basti ricordare la grave dimenticanza di qualche settimana fa: ancora a inizio luglio, agli ingressi di alcune spiagge libere campeggiavano cartelli che richiamavano l’attenzione dei bagnanti per l’assenza del servizio di salvamento. Servizio, invece, regolarmente in funzione.
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