di Federico Ameli
Sono giorni decisamente caldi a Palazzo San Filippo, sede della Provincia di Ascoli impegnata in questi giorni nella composizione delle liste in vista delle elezioni di domenica 29 settembre.
L’ente presieduto da Sergio Loggi, alle prese anche con un dissesto finanziario che indubbiamente grava sulle prospettive a breve e lungo termine, si appresta a rinnovare il Consiglio provinciale eletto 3 anni fa.
Come noto, le imminenti elezioni dei nuovi rappresentanti provinciali non prevedono il coinvolgimento alle urne della cittadinanza, che dunque dovrà assistere dall’esterno alle trattative e agli eventuali accordi che gli amministratori locali decideranno di stringere da qui a pochi giorni.
Le prime manovre per definire lo scacchiere politico della Provincia che verrà sono iniziate già da qualche settimana, con diversi sindaci e consiglieri dei 33 comuni del Piceno pronti a mettersi – o rimettersi – in gioco anche in ambito provinciale.
Papabili candidati e al tempo stesso elettori: saranno loro i veri protagonisti del conto alla rovescia che da qui a domenica 8 settembre, termine ultimo per la presentazione delle liste.
A questo proposito, in queste ore la situazione appare tutt’altro che definita. sono due le correnti che animano il panorama politico provinciale: da un lato i sostenitori di una lista unica, che raccoglierebbe l’eredità della lista civica uscente in un campo decisamente largo, che al di là dei singoli candidati consentirebbe al Consiglio di poter contare su una maggioranza unita e libera di agire per invertire – almeno si spera – la rotta del dissesto.
Dall’altro lato, resta più che percorribile l’ipotesi di due liste in corsa per Palazzo San Filippo. A contendersi la maggioranza, in questo caso, sarebbero una coalizione civica di centrosinistra con una buona rappresentanza moderata e una lista di centrodestra, sulla quale si starebbe ancora cercando la quadra.
Il principale nodo da sciogliere, in entrambi i casi, riguarderebbe le candidature degli aspiranti consiglieri, in relazione alle difficoltà nel trovare una sintesi tra le diverse anime politiche del territorio provinciale. Una questione che, in particolare, starebbe tenendo sulle spine il fronte di centrodestra, attualmente alla ricerca di una fumata bianca sui candidati da presentare, dopo che tre anni fa il mancato rispetto delle quote rose portò all’esclusione della lista “L’Altra Provincia” e alla conseguente vittoria di “Uniti per il Piceno” capitanata da Loggi.
Saranno decisive le prossime ore, ma ad oggi l’impressione è che, sebbene la possibilità di un accordo di sindaci e consiglieri su un’unica lista resti tutt’altro che remota, domenica 29 settembre saranno due gli schieramenti in campo.
Per il momento, causa riforma Delrio, le uniche certezze riguardano la conferma del presidente Loggi, che resterà in carica fino al prossimo anno, ma soprattutto l’assenza eccellente dei cittadini del Piceno, costretti ad assistere da spettatori a una partita che, in un senso o nell’altro, si risolverà tra qualche settimana. Grazie a un voto ponderato e non certo alla volontà dei residenti, al termine di una campagna elettorale decisamente atipica.
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