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Bolkestein, i balneari tra rabbia e incredulità: «Esproprio a favore dei grandi gruppi»

SI ESPRIMONO i concessionari di San Benedetto, Grottammare e Cupra alla luce del decreto approvato dal governo Meloni, chi tira un sospiro di sollievo per gli ulteriori tre anni di lavoro, chi però critica duramente: «Pronti a ricorsi legali»
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Bolkestein e stabilimenti, in senso orario Francesco Balloni, Ilenia Illuminati, Enrica Ciabattoni, Pietro Aureli

 

Alla fine il governo Meloni, dopo una campagna elettorale all’insegna del “No Bolkestein” e mesi di silenzio, ha partorito un decreto sui balneari nel corso del Consiglio dei Ministri di mercoledì 4 settembre. Le notizie sono sostanzialmente tre: i Comuni possono indire le aste entro l’estate 2027 (quindi, nel caso, anche prima) e non più entro il 31 dicembre 2024; gli indennizzi per i concessionari uscenti sono calcolati sulla base del valore degli ammortamenti per gli investimenti effettuati negli ultimi 5 anni (quindi sarebbero esclusi quelli a 10 o 20 anni effettuati in precedenza) e non in base al valore aziendale del bene; non c’è alcuna limitazione all’acquisto di interi lotti da parte di eventuali grandi gruppi (eventuali limitazioni possono essere indicate dai Comuni al loro interno).

 

Francesco Balloni, della Cna picena, evidenzia come «non ci sia chiarezza sugli incentivi, e inoltre questa proroga non consente una pianificazione di lungo periodo nel settore. Certo, meglio avere tre anni per prepararsi per bene piuttosto che restare sempre appesi per un anno alla volta. Però questo è un decreto che andrà migliorato a partire dagli indennizzi: possiamo dire che questa proroga sia meglio di niente, ma è troppo poco. Rimettere in discussione un modello turistico che funziona, anziché ampliare il ventaglio delle concessioni a beneficio di nuovi investitori, è indubbiamente un rischio per un territorio che fa del turismo un valore aggiunto del tessuto economico locale. Il poco tempo a disposizione per prepararsi alle gare di appalto, inoltre, andrà a penalizzare gli operatori del settore in termini di programmazione».

 

A Cupra Marittima Pietro Aureli, titolare di una concessione balneare, è incredulo: «Il nostro timore si è avverato, e addirittura neanche prevedono un indennizzo in base al valore aziendale. Si tratta di un attacco dell’Europa all’economia italiana, dopo aver distrutto le acciaierie, i sistemi di telecomunicazione e energetici e bancario, adesso si attacca l’unica industria italiana non delocalizzabile e non abbiamo persone in grado di difenderci, anzi. Se Franz dalla Germania vuole il mio chalet, perché deve pagare 50 mila euro quando l’ho pagato un milione e ho ancora una parte non ammortizzata? Noi abbiamo anche ottenuto una proroga al 2033 con una evidenza pubblica, quella richiesta dalla Bolkestein, perché non va bene? Quello che posso dire è che è il momento della calma e di affidarsi ad esperti del diritto perché mi sembra che ci siano molti elementi in cui possiamo farci valere a fronte di questi incredibili attacchi».

 

Enrica Ciabattoni della Confcommercio ribadisce: «Il timore che le concessioni andassero all’asta s’è avverato, ma occorre che vi siano delle migliorie: non ha senso riconoscere il valore degli investimenti degli ultimi 5 anni, gli investimenti, anche se piccoli, vengono fatti tutti gli anni. A breve ci riuniremo a livello nazionale per capire come reagire. A San Benedetto, da quel che so, non sono pronti per le aste a breve, ma certamente abbiamo paura che arrivino grandi gruppi economici, perché hanno una forza che un singolo concessionario non può avere».

 

Ilenia Illuminati, titolare di una concessione balneare a Grottammare, aggiunge: «Tre anni di proroga sono una boccata di ossigeno ma non di più. Se dalle aste non si può uscire è come la metafora della rana bollita, continuiamo a bollire ancora un po’ prima di essere cotti. Così non si investe, ormai da anni, non si accendono mutui, non si acquistano nuove attrezzature. Per i Comuni ci sarà lavoro per fare altre proroghe, a Grottammare abbiamo ottenuto quella al 2033 per poi essere bloccati. Occorrerà vedere i decreti attuativi, per capire chi e come farà queste aste. Hanno bloccato l’economia balneare per 20 anni, e credo che se questo decreto verrà trasformato in legge andremo incontro a una lunga serie di ricorsi legali».

 


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