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Tanti tombini non tirano: ecco il vero problema degli allagamenti, qualche cittadino fa da sé

SAN BENEDETTO - In centro come in molte altre zone della Rivera, ogni acquazzone mostra il vero nervo scoperto nel sistema di raccolta e smaltimento delle acque piovane. Il vicesindaco Capriotti: «Tanto sporco finisce nelle caditoie, c’è l’impegno a ripulire». Ma molte situazioni sono in stallo da mesi
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Un cittadino interviene su un tombino occluso

di Marco Braccetti

 

Vecchio problema, nuovi disagi. L’allagamento che, nella serata di lunedì, ha mandato in tilt diverse zone della Rivera, mette in luce ancora una volta quanto la manutenzione di tombini, chiusini e caditoie sia fondamentale per contenere certi rischi. Già qualche mese fa, Cronache Picene aveva puntato l’attenzione verso questo particolare aspetto della manutenzione urbana.

 

Durante l’ultimo acquazzone, nell’area del centro, qualche cittadino ha dovuto far da sé, aprendo quasi a mani nude dei tombini occlusi, per consentire un più rapido smaltimento dell’acqua piovana. «Purtroppo quanto cade così tanta pioggia, l’allagamento è praticamente inevitabile – afferma il vicesindaco Antonio Capriotti: delegato ai lavori pubblici -. Si crea una sorta di effetto-imbuto con i tombini che, anche se in piena efficienza, non riescono a smaltire la grande mole d’acqua caduta. Non ero in città durante l’ultimo episodio, ma dalle informazioni che ho raccolto, l’acqua è poi defluita abbastanza velocemente. Poi, certo, l’acqua piovana porta con sé tanto sporco e fango, come avvenuto su via Torino, e questo comporta delle occlusioni su cui occorre intervenire».

 

Tombino fuori-uso in via Calatafimi

Va comunque detto che, diversi tombini erano già fuori-uso prima dell’ultima pioggia.  Si riuscirà a fare qualcosa in più? Da questo punto di vista, in un’ottica di prevenzione, ogni cittadino può dare il suo apporto. La Protezione civile, infatti, chiede a tutti di essere delle “sentinelle” sul buono stato delle caditoie e, in caso di anomalie, segnalare prontamente al Comune o alla PicenAmbiente. Un sistema fognario efficiente, infatti, è indispensabile per ridurre il rischio-alluvioni.

 

Ma, banalmente, anche non gettare in terra piccoli rifiuti (dalle carte della pizza alle cicche di sigaretta) è una buona pratica per non otturare i chiusini. Anche gli automobilisti possono fare molto in caso di allagamenti. Basta moderare la velocità (contribuendo così a non generare il nefasto “effetto onda” che fa insinuare ancor più acqua nei negozi e nelle case al pianterreno) e attenersi scrupolosamente alla segnaletica stradale. Insomma: se una strada o un sottopasso sono chiusi, non si passa.


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