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Tre anni di Spazzafumo: le luci iniziali, le opere sbloccate, la debolezza politica, il rifugio nella burocrazia

SAN BENEDETTO - Una parziale valutazione dell'Amministrazione vittoriosa nell'autunno 2021 dopo l'addio (presunto?) di Pasquali e De Renzis dalla maggioranza. San Pio X e caserma dei Vigili Urbani in apertura, ma le fratture con i De Vecchis, Barlocci, Lazzari e infine Gabrielli stanno pesando
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Antonio Spazzafumo

 

Maggioranza Spazzafumo appesa a un filo, che non si è ancora spezzato ma si è fatto sempre più sottile. Atteso, da qualcuno previsto da mesi, il Consiglio comunale del 10 settembre ha sortito gli effetti da qualcuno temuti, da altri scontati. Dopo che l’ex assessore all’Urbanistica Bruno Gabrielli è stato defenestrato, ieri in Consiglio il sindaco Spazzafumo ha spiegato i motivi che lo hanno condotto a revocare le deleghe a Gabrielli e a quel punto il consigliere comunale Umberto Pasquali ha pronunciato la fatidica frase: «Io e la consigliera Martina De Renzis siamo fuori dalla maggioranza». Aggiungendo poi – ci torneremo – la ciambella di salvataggio, per quanto sgonfia e inadatta a sorreggere il peso di una maggioranza intera: «Ma ci riserviamo a votare a favore di singoli provvedimenti positivi».

 

Di fatto la maggioranza Spazzafumo non c’è più, basandosi su 11 voti favorevoli. Però Spazzafumo ha dichiarato che non ha intenzione di dimettersi, e c’è da giurare che nei prossimi giorni si tenterà di annodare il sottile filo, prima che si spezzi.

 

Vediamo, intanto, pregi e difetti dell’Amministrazione Spazzafumo, che si è insediata nell’autunno del 2021 dopo la vittoria al ballottaggio contro il sindaco uscente Pasqualino Piunti.

 

– Opere. Baciato dalla fortuna o da una congiuntura irripetibile, secondo i detrattori, ma bene o male i primi mesi dell’Amministrazione sono stati contrassegnati da tante decisioni che attendevano da anni una loro definizione, ma venivano rinviate dai sindaci precedenti. Fortuna o congiuntura irripetibile perché Spazzafumo si è insediato proprio al termine della pandemia Covid (si indossavano ancora le mascherine) e ha beneficiato dell’onda dei finanziamenti Pnrr e della maggiore libertà di bilancio di quel momento, ora già persa.

 

Non entreremo qui nel merito delle scelte prese – molto era discutibile, molto migliorabile – ma andremo per elencazione. Appena attivo, Spazzafumo ha concluso l’iter del Piano Particolareggiato di San Pio X (la famosa “piazza”) che si trascinava da 25 anni, e poi ha sbloccato la situazione dell’attuale nuova sede dei Vigili Urbani, ferma da 15 anni. Certo con qualche difficoltà (e una mancanza di vaste vedute, ne scriveremo in seguito) la maggioranza ha individuato l’area in cui dovrà o dovrebbe sorgere il nuovo ospedale, in zona Ragnola. C’è stata poi la questione Ballarin, che pure tante polemiche ha e continua a innescare, ma ad ogni modo Spazzafumo ha dato seguito a quanto promesso in campagna elettorale: nel bene o nel male sarà lui il sindaco che ha eliminato un rudere dal centro cittadino, anche se non è ancora facile capire con cosa sarà sostituito.

 

Si è deciso anche di rimuovere il vetusto edificio dell’Ast di via Romagna (nelle intenzioni dichiarate da trasformare in edilizia popolare) e indicare un nuovo spazio per una Casa della Salute di Comunità. Senza dimenticare la decisione di aprire entro un paio d’anni via Lombroso, cosa che né Piunti né Gaspari erano stati capaci di fare. L’Amministrazione Spazzafumo ha restituito la piscina comunale coperta (più in difficoltà sulla vasca scoperta), e infine definito progetto e opere di Piazza Montebello, continuamente rimandato dai predecessori. Ottenuti anche importanti fondi per Villa Rambelli.

 

C’è stata anche una certa creatività e anche apertura per quanto riguarda la riconversione di spazi per eventi culturali e concerti, si pensi la pineta di fronte al Campo Europa, il Mercato Ittico o il campo da rugby Mandela. E il coraggio di cambiare in corsa i vincitori dell’appalto sul lungomare a costo di perdere un anno.

 

La spinta inziale, però, va detto, sembra essersi conclusa sullo slancio delle decisioni ineludibili da prendere pena la perdita di finanziamenti (esempio il Ballarin) o alla conclusione di processi già avviati dai predecessori di cui mancava la conclusione (Vigili Urbani, San Pio X).

 

Insomma, una serie di opere importanti ma, in contemporanea, una evidente difficoltà a avviare nuovi percorsi. Gabrielli ha avuto modo di parlare di Piano di Spiaggia e Piano Regolatore e Piano della Mobilità Urbana, ma siamo già su un orizzonte diverso e che non ha portato frutti tangibili.

 

– Ma la politica? Il capolavoro elettorale che aveva condotto alla vittoria al ballottaggio ha dimostrato però basi d’argilla. Colpa di aggregazioni politiche messe in piedi velocemente senza una sufficiente selezione e partecipazione precedente: Spazzafumo ne ha beneficiato e poi ne è stato vittima. L’uomo che doveva, con la sua esperienza, fungere da paravento politico in Consiglio comunale si è velocemente defilato: ci riferiamo a Giorgio De Vecchis, che così è diventato l’accusatore principale nell’assise, addirittura. La sua dipartita ha trascinato prima Luciana Barlocci, una delle fedelissime della campagna elettorale e tra le più combattive in campagna elettorale, e poi Simone De Vecchis.

 

L’insieme di questi tre addii ha esposto l’Amministrazione Spazzafumo agli agguati nemici e soprattutto amici, con Pasquali che si è rivelato essere l’ago della bilancia in più situazioni. Anche la giunta si è indebolita, con il ritiro delle deleghe dei due elementi più esperti: prima Lina Lazzari, poi Bruno Gabrielli.

 

La debolezza politica si è resa evidente quando, a fronte di decisioni da prendere, la strada maestra si è rivelata essere quella della burocrazia: così sono stati i dirigenti e i funzionari a indicare la via e i politici allineati alle loro indicazioni, in un ribaltamento della logica. Il lungo braccio di ferro con Massi sui progetti per gli stadi comunali sono l’esempio più mediatico, ma non l’unico, di un impasse decisorio e un presunto legalismo inconcludente.

 

– Come finirà? Difficile capirlo, queste sono ore di lunghi colloqui e trattative. Il filo è sempre più sottile e in prossimità del terzo anno la giunta Spazzafumo rischia di arrivare al capolinea anticipato. O forse no.

 

 

 


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