di Luca Capponi
Un tranquillo safari…di paura. Non è solo una variante del titolo del film di John Boorman “Un tranquillo weekend di paura”, pellicola cult del 1972, ma quanto accaduto a due giovani ascolani durante una vacanza a Tsavo, in Kenya.
Un 29enne e la sua fidanzata, che ci tengono a restare anonimi, si sono infatti ritrovati a tu per tu con due leoni, senza alcuna protezione, nel bel mezzo della savana. Avventurieri dell’ultim’ora? Niente affatto. A raccontare come sono andate le cose è il ragazzo, appena tornato dalla vacanza nel continente africano.
«Il fatto è accaduto durante un safari organizzato, a bordo della jeep eravamo in sei, più la guida e l’autista – spiega -. C‘è da premettere che nella savana non esistono strade ma solo terreni battuti da seguire con il mezzo: non si può scendere e non si possono effettuare sconfinamenti, altrimenti il guidatore rischia sanzioni forti, tutto è segnato e ci sono regole ferree da rispettare. Il fatto è che i fuoripista con l’auto spesso rappresentano la prassi perché i felini, che rappresentano l’attrazione principale, si trovano quasi sempre all’interno, nelle zone con più vegetazione».
«A un certo punto, cosa inusuale, abbiamo incontrato un leone e una leonessa fermi vicino ad un arbusto – va avanti il ragazzo-. Siccome c’erano già diverse auto ferme a bordo strada ad osservare e fotografare, il nostro autista ha deciso di fare una manovra azzardata per aggirare le macchine in coda, superando l’avvallamento che divide il terreno transitabile dalla savana per passare davanti ai leoni in posizione più privilegiata. Tutto è durato pochi minuti e dopo essere passati davanti ai leoni l’autista ha provato a discendere l’avvallamento per tornare alla stradina di terra. Il mezzo però ha fatto fatica rischiando di ribaltarsi lateralmente e, proprio in quell’istante, per una coincidenza è entrato in collisione con una delle jeep ferme, che nel frattempo si era rimessa in marcia».
Tutti però sono presi dai leoni, tanto che i due mezzi si toccano in maniera ben pesante forse per una distrazione di entrambi i conducenti. Dopo l’impatto un’auto fugge, mentre quella su cui viaggiano l’ascolano e la fidanzata riporta la peggio; uno dei vetri laterali si frantuma in mille pezzi, molti dei quali finiscono addosso alla stessa donna, che rimane ferita ad una mano. Ma non finisce qui, perché alla paura dell’incidente se ne somma un’altra.
«Sono state frazioni di secondo molto concitate in cui abbiamo faticato a realizzare cosa stesse accadendo, lì per lì non ti rendi conto anche per via dell’adrenalina – continua -. La mia ragazza aveva il braccio sporco di sangue ed i leoni erano a meno di due metri da noi, intrappolati nell’auto col vetro rotto. Uno di loro ha iniziato a ringhiare, notoriamente hanno un udito e un olfatto molto sviluppati e il disturbo che stavamo loro arrecando era evidente, abbiamo temuto ci attaccasse. Siamo riusciti ad allontanarci con la macchina tra le urla degli occupanti, non ricordo neanche come, prima di fermarci centinaia di metri dopo in una zona sicura, dove abbiamo rimosso i vetri dall’auto e abbiamo fatto il punto della situazione».
L’autista, ovviamente, non si è risparmiato una bella ramanzina, usiamo un eufemismo, da parte dei passeggeri. La guida al suo fianco, invece, ha riportato alcune contusioni al braccio.
«Anche se, lì per lì, l’obiettivo principale era quello di tornare al più presto al villaggio, soprattutto dopo uno spavento del genere – è la conclusione del racconto -. Da un lato siamo stati fortunati ad essere usciti indenni sia dal possibile ribaltamento che dall’incidente, dall’altro c’è stata un grande spavento per gli animali, l’abbiamo scampata bella. Alla fine non è successo nulla di grave, siamo stati comunque soddisfatti dell’esperienza, non dobbiamo mai dimenticare che in certi territori l’uomo è solo un ospite. Ci torneremo? Se ci sarà la possibilità, ben volentieri».
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