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Samb: quello che non va e può essere rimediato, quello che invece è di più difficile soluzione

SERIE D - Analisi del momento dei rossoblù dopo la partita contro il Notaresco che ha evidenziato diverse carenze, alcune facilmente risolvibili - si spera - altre invece connesse con le caratteristiche dei calciatori
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Ottavio Palladini

 

di Pier Paolo Flammini

 

Tirare in porta solo una volta al novantesimo è un segnale che non si può ignorare: c’è qualcosa che non va. Il lato positivo è che alcuni degli elementi negativi sono facilmente individuabili, altri sembrano più complicati a meno che, ovviamente, un diverso ingranaggio complessivo non aiuti il singolo a dare quel qualcosa in più, o lo stesso singolo ad apportare altro rispetto a quanto mostrato a Notaresco.

 

Non bisogna vedere bicchieri mezzi vuoti o mezzi pieni ma analizzare con raziocinio la situazione, e a questo sono preposti non solo l’allenatore Palladini ma anche i due vice Voltattorni e Mancinelli. Anche perché vi è stata una notevole differenza nel numero di conclusioni in porta nella partita interna vinta pur su calcio di rigore e nelle due esterne nelle quali non si è mai tirato in porta, elemento questo da valutare.

 

CENTROCAMPO Qui il rimedio sembra più semplice: contro L’Aquila torna Guadalupi dopo tre giornate di squalifica, e dunque l’esperimento della mediana composta da tre incontristi (anche se Paolini ha anche altre doti) e da un play maker adattato va in soffitta. Con un sospiro di sollievo. Il primo tempo di Notaresco è eloquente, giro palla molto lento avviato da Gennari e Pezzola (i migliori) senza che nessun centrocampista si abbassasse per ricevere il pallone e avviare l’azione. Dopo tre partite si può dire che questa disposizione non è stata fruttifera. Anche ieri il passaggio al 4-2-3-1 è stato migliorativo, pur senza condurre a conclusioni in porta, ma nella ripresa la Samb ha alzato notevolmente il baricentro. Lo stesso si era visto contro la Recanatese. Contro L’Aquila si torna al 4-3-3 più logico, ma per il futuro lo schema del 4-2-3-1 dovrà essere valutato.

 

TERZINI E’ stato un azzardo pagato a caro prezzo l’esordio di Bouah sulla sinistra, il ragazzo non aveva la presa sul ritmo agonistico e così nei primi minuti sono arrivati due cross dalla sua parte, il secondo fatale. Chiatante ha avuto una indecisione sul gol subito, poi va detto che la sua intesa con Kerjota è tutta da definire. Orfano sembra dare rassicurazioni maggiori. Non crediamo che si va a commettere un nuovo errore di questo genere nel prosieguo.

 

PORTIERE Orsini poteva fare meglio sul gol subito, ma più che le considerazioni sul portiere bisogna farle sulla gestione degli under. Semprini, 2004, è in panchina mentre i 2006 a disposizione – Juniores a parte… – sono Tataranni e Orlandi, tutti da scoprire. Sembra quasi ripetersi quanto visto un anno fa con Pietropaolo. Probabilmente occasione per trovare un 2006 affidabile (non che Tataranni e Orlandi non lo siano, non avendo mai giocato) per consentire di cambiare all’occorrenza.

 

KERJOTA E BATTISTA A Notaresco i due esterni hanno giocato la loro peggior partita. Battista, anche nelle sue peggiori esibizioni, era sempre riuscito a fare il suo gioco con cross a rientrare. Kerjota invece è difficile da interpretare: lascia spesso la fascia destra per andare a sinistra e scambiare con Battista, e poi, con il 4-2-3-1, è stato schierato trequartista dove, di fatto, è naufragato (contro la Recanatese invece restò sulla fascia beneficiando molto del nuovo schieramento). Giocatore di indiscusse qualità che va recuperato e adoperato al meglio. Da quel che si è visto sia Baldassi che Fabbrini (possibile stiramento, però), possono dare il loro apporto.

 

EUSEPI Anche lui ha le sue attenuanti, ma mentre per i punti precedenti si tratta di assestamenti prevedibili (centrocampo, terzini) o potenzialmente pronti (Kerjota), per Eusepi il peso dei 14 gol di Tomassini e dei 9 di Martiniello resta. A Notaresco va detto che non gli sono neppure arrivati i cross, e quasi mai è stato servito palla ai piedi per proteggere il pallone. Cosa diversa era accaduta contro la Recanatese quando comunque era andato pericolosamente alla conclusione da dentro l’area piccola per tre volte. Soluzioni facili non ci sono, spetta soprattutto a lui guidare un gioco offensivo che necessita di maggior densità in area di rigore e magari conclusioni dalla distanza.

 

Torneremo poi su altri aspetti da analizzare in vista dell’importantissima partita di domenica prossima contro L’Aquila.

 

 


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