Il giudice Domizia Proietti del tribunale di Ascoli ha emesso una condanna di un anno di reclusione per due donne coinvolte nella morte di Francesca Galazzo, avvenuta il 14 luglio 2017, quando la giovane cadde dalla giostra “Trottola Twist” al Luna Park di San Benedetto . Le imputate sono la proprietaria della giostra e sua figlia, che quella sera si occupava della gestione dell’accesso alla sfera. Oltre alla pena detentiva, sono state condannate al pagamento di una provvisionale di 120.000 euro complessivi, condizione necessaria per la sospensione della pena. Il loro avvocato, Valentino Mascetti, ha annunciato l’intenzione di presentare ricorso in Appello. Nel processo erano parte civile i familiari della ragazza assistiti dall’avvocato Emnrico Sciarroni.
Secondo l’accusa, la corporatura della vittima potrebbe aver contribuito allo sbilanciamento della capsula, provocandole un dolore che potrebbe averla spinta a slacciarsi, portando alla sua caduta. La difesa, tuttavia, ha contestato questa tesi, sostenendo che la differenza di corporatura non influiva sulla sicurezza della giostra e che non è possibile determinare se Francesca fosse stata allacciata in modo non corretto o si fosse sganciata autonomamente.
In un altro procedimento giudiziario legato alla stessa tragedia, un ingegnere responsabile del collaudo della giostra è stato condannato a quattro mesi di reclusione e al pagamento di una provvisionale di 10.000 euro ai familiari della vittima. L’ingegnere è stato riconosciuto colpevole di non aver provveduto all’installazione di un sistema di sicurezza centralizzato, obbligatorio secondo le norme europee, che avrebbe potuto impedire alla ragazza di sganciarsi o di essere espulsa dal proprio posto. Inizialmente, erano tre i collaudatori indagati: uno è stato assolto e l’altro è deceduto nel corso del processo.
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