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Urbanizzazione selvaggia, abusi e scorci suggestivi: Pierluigi Giorgi racconta la costa marchigiana

IL FOTOGRAFO ASCOLANO in mostra a Roma con l'interessante lavoro che ricostruisce la linea del litorale regionale: dalla Sentina di San Benedetto a Gabicce Mare, passando per Grottammare e Cupra. Una paesaggio pieno di contraddizioni immortalato da una prospettiva inedita
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di Luca Capponi 

 

Dai meravigliosi scorci di Cupra e Grottammare passando ovviamente per San Benedetto e la Sentina di Porto d’Ascoli. Tutti immortalati a 300 metri di distanza, in mezzo al mare. Una distanza non casuale, speculare ai 300 metri dalla battigia verso l’interno teoricamente protetti dalla Legge Galasso, norma che tutela i beni ambientali ma che negli anni è stata ripetutamente infranta da una massiccia opera di urbanizzazione delle nostre coste, spesso scriteriata.

Pierluigi Giorgi

 

C’è una valenza molto significativa nel progetto “De Riva Italiana”, che vede tra i fautori il fotografo ascolano Pierluigi Giorgi. Dal 3 ottobre al 13 dicembre sarà parte della mostra “Camere con vista” allestita presso l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione di via San Michele, a Roma. Con Giorgi, i colleghi Luca Capuano, Paola De Pietri ed il videomaker Alessio Ballerini, per una collettiva curata da Carlo Birrozzi e Cristiana Colli.

 

«Il mio lavoro è composto da cinque stampe e una video installazione con la musica suonata e composta appositamente da Emiliano D’Auria (altro ascolano, ndr) – spiega Giorgi, che vanta una lunga esperienza da fotogiornalista in zone sensibili come Siria, Iraq e Libano, sempre proteso verso temi sociali e in particolare verso le problematiche legate a condizioni post-belliche e di emarginazione -. Questo progetto è partito una decina di anni fa su altre linee di costa come ad esempio l’isola del Giglio quando ancora era presente il relitto della Costa Concordia, con l’obiettivo di osservare tutto da un punto di vista diverso. È stato un impegno lungo e non sempre facile da realizzare».  

 

«Questo realizzato a Roma è il capitolo sulle Marchecontinua Giorgi -. Forse “De Riva Italiana” si può leggere come una sorta di autoritratto di una nazione che dal dopoguerra in poi ha iniziato una corsa verso un modello di sviluppo non sempre consapevole. Un dato significativo è che da alcuni studi dell’Università dell’Aquila risulta che ci sono stati aumenti di urbanizzazione della costa italiana che hanno toccato 400% tra piccoli e grandi abusi, fortemente alimentata anche dal desiderio della vacanza al mare. Tutta la costa è un bene della collettività e non può diventare un luogo privato ad uso di pochi. Un conto è la tutela e la limitazione della frequentazione di alcune aree per motivi di salvaguardia, altra cosa il concetto di proprietà privata ad uso e beneficio di pochi».

Uno degli scatti di Giorgi

 

Basta, d’altronde, anche oggi che la bella stagione è finita, voltarsi con il mare alle spalle e guardare verso l’interno per farsi un’idea della situazione anche lungo il litorale piceno. Scorci magnifici, spesso “violentati” e snaturati della loro essenza a causa di una folle corsa verso l’edificazione. Paesaggi che cambiano, un litorale in dubbia espansione ed un’edilizia che non tiene conto di nulla. Sea level rise, l’aumento del livello del mare, su tutti.

 

«Il tratto della costa marchigiana, realizzato con il sostegno dell’Icdc e il supporto logistico della Lega Navale, rappresenta un paradigma emblematico per complessità, varietà e permanenza – va avanti -. La navigazione, nel continuo mutare delle onde, del vento e della luce, ha prodotto migliaia di scatti. È emerso un paesaggio eterogeneo, segnato da una stratificazione di funzionalità parallele: lungomare, strada statale, strutture turistiche, ferrovia, abitato, aree produttive, autostrade. Ne offriamo un ritratto in un’ottica straniata, nella quale è il mare, giudice silenzioso, a guardarci. Le zone che sono rimaste meno costruite mi sono rimaste più negli occhi: la zona della Sentina, la parte del Conero prima di Ancona e anche quella prima di Gabicce Mare. Sicuramente mi ha fatto riflettere come la parte edificata in periodi meno recenti, come le grotte dei pescatori del passetto di Ancona o Grottammare Alta, siano molto belle e più organiche con il contesto in cui sono state realizzate».

 

L’assemblaggio delle fotografie di “De Riva Italiana” comporrà in un’unica striscia il profilo dell’intero Paese.

 

«Oggi le considerazioni legate ai cambiamenti climatici segnano una linea rossa che non è solo la mutevole linea di battigia ma anche la misura di un limite che non abbiamo saputo rispettare – conclude Giorgi -. Un limite che ci pone di fronte a responsabilità ma anche a strategie che territorio, amministratori, comunità devono essere in grado di sintetizzare e concretizzare ascoltando quello che ci dice il mondo scientifico».

 

L’assemblaggio delle immagini esposte a Roma

 


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