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Una “svista” e l’Ast picena è condannata a pagare 8.000 euro per le spese legali

ASCOLI - E' stata la Cimo a rivolgersi al tribunale per la mancata informativa sulla modifica della guardia chirurgica notturna. Seppure soddisfatto, il segretario regionale del sindacato, Piccinini, sottolinea: «Tutte le volte in cui le relazioni sindacali sfociano in un contenzioso legale, esse non hanno raggiunto il loro scopo» 
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Il dottor Andrea Piccinini, segretario regionale Cimo

 

di Maria Nerina Galiè

 

Ottomila euro, tanto è costata all’Ast Ascoli una “svista” della scorsa estate. E sono andati tutti per spese legali.

 

I FATTI –  Il primo luglio l’Ast ha modificato l’organizzazione della guardia dipartimentale chirurgica notturna, togliendo gli oculisti dal pool di medici chiamati a partecipare in ragione del vigente piano di emergenza urgenza.

Siccome i criteri sulla programmazione dei servizi di guardia e pronta disponibilità sono oggetto di confronto aziendale e regionale, l’azienda – prima di attuare la disposizione – avrebbe dovuto darne preventiva informazione al sindacato, che doveva avere il tempo di attivare o meno il confronto, e attendere l’esito.

Ma questo non è avvenuto.

 

L’AZIONE LEGALE – «In plurime occasionispiega il dottor Andrea Piccinini, segretario regionale Cimo, il sindacato dei medici ospedalieri – avevamo formalmente lamentato la violazione dei diritti sindacali, per analoghi comportamenti.

Quindi il primo luglio ho mandato una pec, in cui Cimo lamentava la violazione della mancata informazione preventiva, e la diffida alla Ast ad attuare la disposizione fino a quando non fosse stato raggiunto il confronto aziendale e regionale su tali materie, intimando alla Ast di ritirare la disposizione, preannunciando, in caso contrario, il ricorso presso le autorità competenti, per il reiterato mancato rispetto delle prerogative sindacali da parte della Ast.

Non essendo stata ritirata la disposizione il 9 agosto, come Cimo ho presentato ricorso chiedendo al giudice di accertare e dichiarare il comportamento antisindacale della Ast».

Il 16 agosto l’udienza, nel corso della quale l’Ast ha dimostrato che, seppure tardivamente, ha provveduto ad adempiere agli obblighi di informazione cui era tenuta.

Il giudice con sentenza del 23 agosto “ha dichiarato cessata la materia del contendere ed ha condannato l’Ast a pagare le spese di lite”, per un totale di 8.300 euro.

 

IL COMMENTO DEL SEGRETARIO CIMO – «Nel manifestare la soddisfazione per il successo giudiziale – commenta il dottor Piccinini –  come Cimo intendo precisare che, tutte le volte in cui le relazioni sindacali sfociano in un contenzioso legale, esse non hanno raggiunto il loro scopo: per ripristinare, quindi, il rispetto delle regole e, dunque, la correttezza dei rapporti e la dovuta considerazione delle reciproche funzioni, Cimo si augura che Ast faccia tesoro della sconfitta giudiziale e ne tragga il necessario insegnamento». 



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