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La caccia al cinghiale nel Piceno si ferma: il caso finisce in Consiglio regionale

ASCOLI - Una delegazione di consiglieri Pd ha presentato un’interrogazione a Palazzo Raffaello. Nel frattempo prosegue la protesta di oltre 1.000 cacciatori in tutta la provincia
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di Federico Ameli

 

Questo avvio di stagione venatoria si conferma decisamente atipico nel Piceno, dove in queste prime ore di caccia oltre 1.000 appassionati attivi in tutta la provincia hanno appeso – almeno provvisoriamente – il fucile al chiodo in nome di una protesta annunciata già qualche settimana fa.

 

Come ormai noto, lo scorso 21 delle 22 squadre attive in provincia di Ascoli hanno scelto di non ritirare i registri Atc, rinunciando di fatto alla loro passione per via dell’aumento degli oneri a loro carico e delle richieste avanzate alla Regione Marche, rimaste finora inascoltate.

 

La giornata inaugurale di mercoledì 2 ottobre è già andata in archivio senza il contributo della stragrande maggioranza dei cacciatori, che prima di fare ritorno nei boschi attende rassicurazioni da Ancona.

 

Proprio dal capoluogo marchigiano, nel frattempo, arrivano sviluppi potenzialmente interessanti per il destino dell’attività venatoria del Piceno. Una delegazione di consiglieri regionali in quota Pd – Manuela Bora, Romano Carancini, Fabrizio Cesetti, Maurizio Mangialardi e Antonio Mastrovincenzo, capitanati dalla presidente del gruppo consiliare dem Anna Casini – ha infatti presentato un’interrogazione in Consiglio regionale, facendo arrivare il caso tra i banchi di Palazzo Raffaello e chiedendo lumi al presidente Francesco Acquaroli.

Anna Casini

In particolare, nel documento presentato il 27 settembre in vista del Consiglio andato in scena lo scorso martedì 1 ottobre, i consiglieri del Pd chiedono formalmente di sapere se la giunta regionale abbia o meno intenzione di adottare dei provvedimenti in grado di garantire un adeguato sostegno economico ai praticanti di caccia al cinghiale in forma collettiva.

 

Data l’assenza in aula dell’assessore regionale alla Caccia Andrea Maria Antonini, la risposta è attesa per la prossima seduta del Consiglio regionale. In ballo c’è l’attività di oltre un migliaio di cacciatori, ma anche le sorti di molti cittadini e agricoltori che temono fortemente le ripercussioni di una protesta di così ampia portata sulla propria quotidianità.

 

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