di Luca Capponi
«Impegno e proposte concrete».
Parte da qui, e dai 6.633 voti ponderati raccolti durante l’ultima tornata, l’avventura di Gino Micozzi come consigliere provinciale. Sambenedettese classe 1961, laureato in architettura all’Università “La Sapienza” di Roma, risulta essere l’unico eletto della lista “Noi al centro”, che ha raggiunto la cifra di 11.118 preferenze. Tra i fautori, proprio il sindaco di San Benedetto Antonio Spazzafumo. Nel nuovo Consiglio provinciale, composto oltre che da Micozzi da cinque consiglieri dell’area di centrosinistra e quattro dello schieramento opposto di centrodestra, più il presidente Loggi, la sua figura rischia di diventare l’ago della bilancia su tutta una serie di nodali questioni che Palazzo San Filippo dovrà affrontare nei prossimi mesi, tra cui quella relativa al dissesto finanziario dell’ente.
«Abbiamo una responsabilità altissima – conferma Micozzi -. Il fatto di avere gli occhi puntati addosso per questioni “numeriche” non ci spaventa, anzi, ci onora e ci inorgoglisce. Cercheremo di “farci rispettare” attraverso impegno e proposte concrete. Le nostre scelte saranno volte esclusivamente a dare dignità al tutto il territorio, a seconda degli argomenti valuteremo e approfondiremo ciò che verrà portato in Consiglio muovendoci di conseguenza, sempre con umiltà e concretezza. Ci mettiamo a disposizione in maniera non ideologica ma dettata dall’interesse comune, fuori dai dettami di partito».
«La compattezza del gruppo ci ha permesso di raggiungere un risultato molto positivo che consente di guardare con fiducia a potenziali sviluppi politici futuri – continua –. Si tratta sicuramente di un segnale che sia il centrodestra che il centrosinistra non devono sottovalutare».
Il riferimento alle prossime elezioni regionali, fissate per il 2025, sembra piuttosto chiaro.
«La scelta di dare vita ad una lista autonoma è nata dal fatto che ci è sembrato mancasse una rappresentanza importante quale quella delle liste civiche – spiega ancora Micozzi -. All’interno convergono le diverse anime di chi non si riconosce in posizioni nettamente definite da perimetri politici. Vogliamo creare un’alternativa, una scelta che rispecchia un panorama elettorale più democratico e plurale. Ci abbiamo creduto, c’erano aspettative e presupposti ed i risultati che poi sono arrivati hanno confermato la bontà del progetto grazie ad un grande lavoro di squadra».
Le partite sul tavolo sono comunque tante e diverse, sia sul piano amministrativo che politico, nonostante il futuro delle Province risulti ad oggi poco chiaro date le intenzioni manifestate dal governo Meloni di ripristinare le cose com’erano prima della riforma del governo Renzi, che le aveva depotenziate. Teoricamente, a fine 2025 si dovrà votare il nuovo presidente della Provincia di Ascoli che succederà a Sergio Loggi.
«Il pensiero principale riguarda sicuramente la situazione di grave dissesto, certificato anche dalla Corte dei Conti – conclude -. L’obiettivo primario è quello di uscire dal dissesto per raggiungere il riequilibrio finanziario-economico della Provincia e al tempo stesso lavorare per cercare idee che possano rilanciare nostro territorio piceno».
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