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Il Granchio Blu invade pure la Riserva Sentina: equilibro ambientale a rischio, scatta la “caccia al crostaceo”

SAN BENEDETTO - L’ente-gestore dell’oasi lancia un appello a tutti i frequentatori: «Aiutateci a monitorare il fenomeno, servono foto dell’animale, morto o vivo che sia». Questa, purtroppo, non è l’unica specie “aliena” che, nel corso degli ultimi anni, ha trovato posto lungo quel tratto di territorio. Ci sono anche piante-parassite.  
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di Marco Braccetti

 

“Trovatelo, vivo o morto”. Sembra quasi un avviso in stile “Vecchio West” quello emanato dall’ente-gestore della Riserva Sentina. Nello spazio naturale portodascolano, a due passi dall’Abruzzo, è comparsa una presenza davvero sgradita. Ossia quella del Granchio Blu, il “killer dei mari”.

 

Un esemplare di Granchio Blu (Foto: profilo Facebook della Riserva Sentina)

«Il Granchio Blu, specie aliena molto vorace e resistente, è in rapida espansione nel Mediterraneo ed è presente anche all’interno della Riserva. Sono in programma attività specificatamente mirate a eradicare tale specie dalle aree della Sentina, per preservare gli ecosistemi da tale minaccia. Si richiede quindi la collaborazione di tutti i frequentatori, per fornire segnalazioni circa la presenza del crostaceo». Con queste premesse, dalla Riserva Sentina parte un vero e proprio appello: «Chiunque veda un esemplare vivo o morto è pregato di segnalarlo, se possibile scattare una foto ed indicare il punto della riserva in cui è stato rinvenuto l’animale».

 

La segnalazione può essere inviata via e-mail: info@blumarineservice.it; o via WhatApp al numero: 339-2975550. Il crostaceo è molto facile da riconoscere grazie alla sua colorazione bluastra delle chele e delle zampe e le lunghe spine laterali del carapace. «Vista l’aggressività e forza dell’animale – sottolineano gli della Sentina – prestare sempre molta attenzione». Il Callinectes sapidus, questo il nome scientifico, non appartiene al nostro ecosistema: è arrivato in Italia dall’Atlantico attraverso i cargo, ed è molto aggressivo. È considerato il “killer dei mari” perché è onnivoro: mangia vongole, cozze, crostacei, qualsiasi tipo di pesce si ritrovi a tiro, specie gli avanotti (cioè i pesci appena nati), e le uova.

 

Grazie ad un contributo della Regione Marche, in Sentina è già attivo  un progetto di monitoraggio e contrasto a piante o animali problematici per l’ecosistema (ma anche per il benessere umano) affidato alla ditta specializzata  “Blu Marine Service” dei servizi di progettazione, fornitura e collaudo di attrezzature per il rilevamento precoce di specie invasive d’acqua dolce e salata.

 

Queste specie, entrando in competizione con le autoctone, possono alterare negativamente lo stato di conservazione degli habitat e degli ecosistemi naturali, provocando danni anche alle attività produttive, oltre la trasmissione di malattie all’uomo. In passato, nell’oasi al confine con l’Abruzzo sono già state censite diverse specie aliene invasive, alcune delle quali rappresentano una minaccia per gli equilibri ambientali.

 

Uno scorcio della Riserva Sentina

Qualche esempio? Sul fronte della flora, spicca la “Cuscuta di Cesati”: parassita che si nutre della linfa di altri esseri vegetali. Riguardo gli animali, occhio alle tartarughe. Su questo fronte, già lo scorso anno l’amministrazione comunale si era trovata costretta a ribadire, con una comunicazione pubblica, il divieto di liberare in Riserva le classiche tartarughine domestiche: animali estranei alla Sentina e potenzialmente rischiosi per quel tipo di ambiente.

 

Tra le specie esotiche invasive ce n’è una ancor più piccola ma particolarmente problematica per l’uomo. Ossia la zanzara-tigre. In Riviera, negli ultimi anni, s’avverta una sempre più nutrita presenza di questo insetto che, oltre a fastidiose punture, può essere vettore di malattie piuttosto serie. Considerati i vasti spazi acquitrinosi che caratterizzano la zona umida della Sentina, il proliferare delle zanzare va tenuto costantemente sotto controllo.

 

Ricordiamo che la “Riserva naturale regionale Sentina” è caratterizzata da circa 1.700 metri di costa, lungo la quale si sviluppa un piccolo sistema dunale, con la presenza flora e fauna protette. Proprio a tutela di ciò, da tempo l’oasi è difesa dall’Unione Europea grazie all’istituzione di particolari vincoli ambientali. La gestone della Riserva Sentina è spesso ostacolata dal frazionamento dei ruoli in quanto il Comune di Ascoli è proprietario dell’area, che è però gestita dal Comune di San Benedetto. In base al clima, poi, si possono presentare problemi di varia natura. Esempio: «L’irregolarità delle piogge – si legge le Programma d’azione 2021-2024 – rende critico il mantenimento delle zone umide».


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