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Tenta il suicidio in carcere, salvato dagli agenti

ASCOLI - Un detenuto ha tentato di togliersi la vita impiccandosi nella sua cella all'interno della casa circondariale di Marino del Tronto. La polizia penitenziaria ha scongiurato l'ennesima tragedia all'interno di un carcere. A denunciarlo è il sindacato Osapp, che proclama lo stato di agitazione
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Un detenuto ha tentato di togliersi la vita impiccandosi nella sua cella all’interno della casa circondariale di Marino del Tronto ma è stato salvato degli agenti in servizio, che hanno scongiurato l’ennesima tragedia all’interno di un carcere. È accaduto nella giornata di sabato 26 ottobre. A denunciarlo è il sindacato Osapp, tramite il rappresentante Salvatore De Blasi, che ha proclamato lo stato di agitazione evidenziandone i motivi.

La casa circondariale di Marino del Tronto

 

«Il carcere di Ascoli è diventato il contenitore di tutti i soggetti psichiatrici del provveditorato Emilia e Marche – spiega -. Tutti i giorni ed in particolare il fine settimana il personale viene richiamato in servizio per piantonamenti, c’è più personale in servizio nei vari nosocomi della provincia di Ascoli che all’interno dell’istituto. Le assenze per malattia aumentano perché il personale non ha più la possibilità di usufruire del riposo e congedo, i disagi legati ai ristretti con problematiche psichiatriche si ripercuotono inevitabilmente sulla qualità del servizio di polizia penitenziaria e sulle proprie famiglie. Revocare il riposo e il congedo per esigenze di servizio logora sia il lavoratore che la qualità del lavori, con l’aggravante di una amministrazione poco sensibile alle problematiche evidenziate»

 

«Il Prap ed il Dap fanno orecchie da mercante, pronti a puntare il dito contro i poliziotti penitenziari al primo sbaglio, mentre chi deve pagare per questa disfatta del sistema carcere rimane sempre impunito – è l’amara conclusione -. Ormai abbiamo perso la fiducia in queste istituzioni latitanti. L’istituto ascolano è al collasso, se si continua così ci vorrà l’esercito per sorvegliare i detenuti».

 

 


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