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Ascoli, un salutare silenzio stampa: dopo 5 sconfitte consecutive la miglior cosa è tacere

SERIE C - Doveva essere la partita del rilancio, della ripartenza. Invece no. Ancora ad annaspare sul fondo. A memoria non si ricorda un inizio di campionato così negativo. E' ora di tornare con i piedi per terra. Meno male che mercoledì sera si torna in campo contro il Campobasso
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di Lino Manni

 

A questo punto, dopo aver visto la partita di Pineto non ho più…parole. Doveva essere la partita del rilancio, della ripartenza. Invece no. Ancora ad annaspare sul fondo. È la quinta sconfitta consecutiva e, a memoria, non ricordo un inizio di campionato così negativo.

 

“Il grande incubo” oltre a cantarla Max Pezzali degli 883 si accosta sempre più ai cori dei tifosi bianconeri. Una partita piatta, brutta, dove non si vede un tiro in porta. Il solito Ascoli: senza idee di gioco; il solito avversario: pimpante e aggressivo. Da una parte, il Pineto, conscio di giocare in Serie C, che gioca per la salvezza e deciso a far punti in tutti i modi; dall’altra l’Ascoli non ancora consapevole che questo è un campionato duro dove spesso, la forza fisica, è predominante. Lasciamo da parte il fioretto e usiamo la sciabola. D’altra parte anche gli arbitri lasciano correre un po’ tutto e non essendoci il var in campo…tutto l’illecito diventa invisibile.

 

Insomma, è ora di tornare con i piedi per terra. Tutti. Il solito errore difensivo permette al Pineto di passare in vantaggio. L’Ascoli non ha la forza per reagire: costruzione del gioco poco efficace, troppo nervosi, manca sempre l’ultimo passaggio. Chi è più bravo tecnicamente trova difficoltà a giocare con i compagni. Il primo tempo si prende il gol e niente più.

 

Nella ripresa spero nella rimonta. L’allenatore Di Carlo mischia le carte ma la partita non cambia. I bianconeri trovano difficoltà anche nell’uno contro uno e questo sta a significare la qualità dei nostri. Il gioco è spezzettato e poi con i padroni di casa in vantaggio entra in campo “l’ostruzionismo” soprattutto di chi lo sa fare e di chi è abituato a farlo. Si gioca poco e male. Sale il nervosismo, qualcuno va in escandescenza come il portiere Livieri ma di pericoli per la retroguardia del Pineto guidata dall’ascolano Simone De Santis (di Porta Cappuccina) neanche a parlarne. Occasioni zero. Zero come la casella dei gol realizzati.

 

A questo punto ben venga il silenzio stampa: si evita di dire ancora cavolate. E poi cosa vuoi dire dopo cinque sconfitte consecutive? Meno male che mercoledì sera si torna in campo contro il Campobasso.



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