Il Tribunale civile di Ascoli Piceno ha condannato l’Asur Marche a versare un risarcimento complessivo di 560.000 euro, oltre agli interessi, ai familiari di un’anziana ospite della RSA di Offida deceduta per una presunta intossicazione da promazina somministratale durante il ricovero . La vicenda si è intrecciata con il processo penale a carico dell’infermiere Leopoldo Wick, al tempo in servizio nella struttura, che inizialmente era stato condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Macerata e poi assolto in appello. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha recentemente ordinato un nuovo processo presso la Corte d’Appello di Perugia.
L’avvocato dei familiari della donna, Matteo Mion, ha scelto di non costituirsi parte civile nel processo penale contro Wick e ha invece avviato un’azione civile nei confronti dell’Asur, accusando l’ente di omessa vigilanza e chiedendo un risarcimento per le conseguenze delle azioni del proprio dipendente.
Il giudice Francesca Sirianni ha accolto la richiesta, ordinando il risarcimento di 480.000 euro per i danni subiti dai familiari e di 82.000 euro per le spese legali. La decisione è stata supportata da una consulenza tecnica che ha concluso con un’elevata probabilità (oltre il 90%) che la causa della morte fosse l’intossicazione da promazina; la consulenza ha stimato per la 93enne un’aspettativa di vita di altri 3,69 anni secondo le tabelle Istat.
Pur non essendo condivisa dai consulenti dell’Asur, la consulenza è stata determinante per la sentenza. L’avvocato Mion ha espresso soddisfazione, affermando che la scelta della via civile ha portato ad un risarcimento concreto per i familiari della signora deceduta.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati