di Edoardo Ciriaci
Un ultimo commosso saluto a Guglielmo Mecozzi, alle 10 di oggi, venerdì 8 novembre, nella chiesa di San Pio V a Grottammare. Un centinaio di persone al funerale del “roscio tutto polmoni”, passato alla storia del calcio locale con le maglie della Robur, prima, e poi con quella della Sambenedettese negli anni della Serie B. Presenti anche il presidente della prima squadra grottammarese Giorgio Rivosecchi, l’assessore Bruno Talamonti e l’ex calciatore Massimiliano Manni.
Il pallone è stato il suo compagno più fedele e le divise indossate fino all’ultima battaglia come le corazze dei più valorosi gladiatori. Un ruolo fondamentale lo ha ancora quella biancoazzurra, con la quale si è compiuta la favola del campione che arriva dalla provincia, e che ora sembra marcarlo a uomo insieme al gagliardetto rossoblù.
Due colori che hanno fatto breccia nel cuore di “Mimmo”, per gli amici, e che ha ritrovato nella sua esperienza a Roma sponda Lazio. Mentre lo si accompagna nell’ultimo viaggio, all’esterno della chiesa c’è ancora chi ricorda quel “maledetto” goal non convalidato nella sfida tra Lazio e Napoli, che ha poi infranto il sogno di giocare in Serie A. Poi le esperienze a Catanzaro e Tolentino prima della parentesi da allenatore del suo Grottammare e del Matelica tra gli anni ’68 e ’72.
Tanti applausi e qualche lacrima, che marca i visi della gente, e lascia un segno come Guglielmo ha fatto nei cuori di chi lo ha supportato sin dai primi calci al pallone.
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