di Lino Manni
Guardare una partita dell’Ascoli è come vedere un film. L’unico dubbio è il titolo da dare: “La banda del buco” o “I soliti ignoti”?
Nell’incertezza decido per tutti e due. Già perché contro il Pontedera ho visto giocare una buona partita da parte dei bianconeri. Grinta, volontà non sono mai mancati. Poi però c’è stato il solito buco difensivo commesso dai soliti ignoti, ormai noti, e tutto è diventato più difficile. C’è poi da dire che la signora fortuna non viene più al Del Duca ed allora si soffre.
La paura di sbagliare, la pressione dei tifosi che hanno intonato la canzone “andate a lavorare”, le poche idee dell’undici in campo e i falli di frustrazione che hanno prodotto solo cartellini gialli fanno tutto il resto. L’incrocio dei pali colpito da Silipo è stato il segno premonitore del pomeriggio, caldo ma con folate di vento gelido. E la doccia fredda arriva puntuale grazie all’ennesimo errore difensivo. Così si va a bere un thè caldo sotto una bordata di fischi. Forse un troppi.
Nel secondo tempo mister Di Carlo con un destro al volo indica la via del gol. Il giusto pareggio arriva con il solito Corazza che segna… con qualsiasi parte del corpo. A questo punto ribaltare il “motorino” del Pontedera, sede della Piaggio e patria della vespa, sembra sia una cosa fattibile. Tutti gli sforzi dei bianconeri sono inutili anche per la prestazione del portiere avversario.
Alla fine ci sono i fischi ingenerosi dei tifosi della curva. I giocatori questa volta sono usciti dal campo con la maglia sudata. Purtroppo la vittoria è ancora rimandata. Io una proposta ce l’avrei: invece del silenzio stampa propongo alla squadra un bel pellegrinaggio a Loreto. Ai tempi della serie A si faceva alla fine del campionato come ringraziamento; ora penso sia il caso di farlo per evitare il peggio.
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