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Casini: «Lo spopolamento colpisce duramente le province marchigiane, primato negativo per quella di Ascoli»

La capogruppo PD Marche commenta l'analisi del Sole 24 Ore, in base ai quali «Ascoli si colloca al terzo posto in Italia per calo di residenti, con una perdita del 13,1% negli ultimi dieci anni»
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«Il fenomeno dello spopolamento che colpisce duramente le province marchigiane con il primato negativo per la provincia di Ascoli Piceno rappresenta un’emergenza ormai non più ignorabile, ed è indice anche di una politica regionale insufficiente da parte della Giunta Acquaroli». Lo afferma Anna Casini, capogruppo PD Marche riferendo che secondo l’analisi del Sole 24 Ore, Ascoli si colloca al terzo posto in Italia per calo di residenti, con una perdita del 13,1% negli ultimi dieci anni. Un dato che emerge con drammaticità se consideriamo le aree interne, le più colpite in termini di abbandono».

 

«Purtroppo a fare da capofila dello spopolamento è la città di Ascoli: i dati ci dicono che in soli 2 anni ha perso circa mille abitanti passando dai 46.085 nel 2022 ai 45.483 di inizio 2024, con una contrazione ulteriore che si innesta su una tendenza di declino prolungato, senza che però siano state messe in atto azioni per invertire la tendenza. Basti pensare che mentre altri comuni inaugurano scuole e progettano asili nido, nel comune capoluogo non verranno realizzati nuovi nidi (nonostante il PNRR) e la ricostruzione delle scuole è ferma al palo» prosegue Casini.

 

«Se il comune di Ascoli non brilla, il modello di gestione della giunta Acquaroli si è dimostrato incapace di garantire politiche efficaci per lo sviluppo delle aree interne, che necessitano di lavoro, servizi, infrastrutture e incentivi per attrarre nuovi residenti e trattenere le giovani generazioni» aggiunge Casini, che chiede si adottino misure urgenti per contrastare questo declino: «Non possiamo più aspettare. Occorre un piano regionale strutturato che favorisca l’occupazione, sviluppi infrastrutture adeguate e risolva la carenza di servizi essenziali, diversamente la nostra regione perderà irrimediabilmente il proprio tessuto sociale, culturale e di tutela ambientale. Solo così potremo cambiare la storia di un futuro già scritto».


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