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«Tuo figlio ha avuto un incidente»: proliferano le truffe ai danni degli anziani ma c’è anche chi non ci casca

ASCOLI - Diversi casi nel Piceno. La testimonianza del figlio di una "vittima scampata" e l'importanza dell'informazione per prevenire e proteggere i più fragili dai raggiri
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Immagine di repertorio

 

 

di Filippo Ferretti

 

Ormai è un vero e proprio allarme e sta mettendo in grande preoccupazione le famiglie di coloro che sono in terza età e abitano distanti dai propri familiari. Nelle ultime settimane si sono intensificati gli episodi di truffe rivolte agli anziani che vivono da soli, attraverso veri e propri ricatti affettivi ed emotivi.

Ma anche arresti dei presunti responsabili da parte delle forze di polizia (leggi qui), anche per la fitta campagna di informazione messa in atto dalle istituzioni.

 

La procedura messa in atto dai furfanti è sempre la stessa, individuando i numeri telefonici di pensionati che non condividono l’abitazione con i loro figli. Nelle telefonate, gli autori dell’operazione delinquenziale si spacciano per carabinieri che hanno necessità di avvertire dell’incidente stradale in cui sarebbe stato coinvolto uno dei loro cari. Lo scopo dei malfattori è quello di riuscire ad entrare all’interno della abitazione della vittima dell’inganno, con la scusa di chiedere soldi, addirittura proponendo di accompagnare personalmente l’anziano in caserma dove poter vedere il congiunto. Tutto questo anche per avere campo libero all’interno dell’abitazione del malcapitato, approfittando dello stato di agitazione in cui si ritrova dopo una simile notizia.

 

La truffa segue sempre schemi precisi, sapendo di colpire individui molto in là con gli anni e quindi facilmente raggirabili, che non hanno accanto alcun convivente e che, in genere, si trovano in una buona condizione economica. La natura del raggiro, in cui i più emotivi e sprovveduti sono caduti di recente, tra Ascoli e alcune location della Vallata del Tronto, attualmente prevede ogni volta una comunicazione telefonica in cui dall’altra parte a parlare è in genere un finto maresciallo o un falso tenente dei carabinieri.

Si tratta di truffe ben congegnate, che si avvalgono di informazioni precise circa nomi, caratteristiche e abitudini della famiglia che si intende colpire. Vere e proprie trappole, che mirano a sviluppare coercizioni emotive presso la persona presa di mira.

 

«Mia madre era stata individuata come una delle vittime di turno di questo imbroglio ma, nonostante i suoi 86 anni non c’è cascata, pretendendo di sentire la mia voce per telefono» spiega il figlio di una delle ultime malcapitate, che sin dall’inizio non si è convinta della veridicità della comunicazione. «Addirittura, dopo aver chiuso la telefonata si è vista arrivare persino una nuova chiamata con una voce d’altra parte spacciata per la mia, ma che non è servita minimamente a convincerla», aggiunge, avvertendo tutti della frequenza di episodi di questo tipo, di cui le forze dell’ordine sono a conoscenza.

 

Si tratta di episodi messi a segno dopo i fallimenti dettati da truffe che nel recente passato agivano con modalità analoghe ma principalmente suonando il campanello del citofono di casa.


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