di Pier Paolo Flammini
Un appuntamento ormai rituale per il mondo cattolico e non solo: domenica 17 novembre si svolgerà l’ottava “Giornata Mondiale del Povero“, istituita otto anni fa da Papa Francesco, e così anche per il Piceno, dopo la diffusione dei dati e delle analisi della Caritas Italiana, sarà il momento per valutare, pensare e “ripensare” il modello sociale ed economico che esclude una parte più grande della popolazione dai diritti fondamentali quali casa, lavoro, una vita dignitosa, le cure sanitarie.
Le Caritas di San Benedetto e Ascoli, come avviene ormai da qualche anno, realizzano uno studio comune degli accessi registrati nelle due strutture picene: in un anno gli accessi sono stati 2.600, pari all’1% di quanto registrato in Italia, con un forte aumento delle richieste. A livello nazionale gli accessi alle strutture Caritas, dal 2015 al 2023, sono aumentati del 42%.
Si inizia domenica 17, con la Santa Messa officiata dal Vescovo Monsignor Gianpiero Palmieri alle ore 18, a cui seguirà, alle ore 19, la presentazione del libro “Anawim – La preghiera del povero sale fino a Dio“, una raccolta di preghiere non solo cattoliche e cristiane ma scritte anche da appartenenti ad altre religioni e persino da non credenti. Modera l’incontro Saverio Ciarrocchi, volontario Caritas. Alle ore 20 momento conviviale, festa e cena insieme.
Lunedì 18 alle 17,30 appuntamento nella Sala Consiliare del Comune di San Benedetto con il Vescovo Palmieri, con la presenza di Walter Nanni, direttore dell’ufficio studi della Caritas nazionale, il quale relazionerà su “Risorse e povertà nel Paese” e “Risorse e povertà nel Piceno“, con relazione del responsabile Caritas Ascoli Giorgio Rocchi e i dati relativi alla provincia.
«La presentazione dei dati della Caritas nazionale e quella relativa ai nostri territori è un momento importante, giunto alla terza edizione – commenta il Vescovo delle due diocesi Ascoli-San Benedetto Gianpiero Palmieri, intervenuto alla conferenza stampa in videocollegamento – I dati Caritas sono considerati molto attendibili anche a livello nazionale perché tutti raggiungono i centri di ascolto Caritas e le parrocchie accettando anche che questi servizi vengano forniti in maniera anonima, il che consente di avere dati più attendibili rispetto alle strutture pubbliche. La situazione sta diventando sempre più complessa in Italia, con un impoverimento sempre più forte che va peggiorando di anno in anno. E’ necessario un sussulto di responsabilità nei confronti degli ultimi. C’è chi in questo momento sta pagando scelte sociali discutibili perché non attenti ai più fragili. La Chiesa può fare poco rispetto al tanto di cui c’è bis1ogno, ma cerchiamo di farlo con uno stile ecclesiale e umano, che metta al centro la persona e non soltant1o il bisogno. Le realtà Caritas non fanno assistenzialismo ma cercano di valorizzare tutte le qualità che ha una persona, ci sono poi situazioni cronache di cui cerchiamo di farci carico non solo come cristiani».
Ferdinando Palestini, vicedirettore della Caritas di San Benedetto, aggiunge: «In questo momento con la crisi della sanità il nostro poliambulatorio medico è subissato di richieste. Le Caritas di San Benedetto e Ascoli sono impegnate insieme, perché le due diocesi sono unite nella persona del vescovo, collaborano insieme da diverso tempo. La Caritas non sostituisce l’ente pubblico ma vuole stimolare tutte le persone di buona volontà nell’impegno concreto. I dati ci parlano di 5,7 milione di persone sotto la soglia di povertà, oltre un milione di minori. Si è rotto il cosiddetto “ascensore sociale”, chi nasce povero non riesce ad uscire da quella condizione, sta crollando il sogno di tante generazioni».
«A questo si aggiunge la possibilità, ad Ascoli, sabato e domenica, di visitare i luoghi dove avvengono gli incontri con le persone, per tentare di provocare tutta la comunità circa l’accompagnamento necessario per fratelle e sorelle che sono in difficoltà – afferma Giorgio Rocchi, responsabile Caritas Ascoli – Le povertà irrompono in maniera sempre più evidente nel quotidiano, per questioni di marginalità economica e per una complessa rete di problemi: parliamo di disagio abitativo, educativo, relazionale, ambientale».
Di recente il nostro giornale ha evidenziato a più riprese l’insorgente problema dei senzatetto soprattutto in Riviera (clicca qui). «Quello dei senzatetto è un nervo scoperto per la nostra Caritas – dice Palestini – Qualche tempo fa, d’accordo col vescovo, ho inviato al sindaco di San Benedetto una lettera spiegando che con l’arrivo del freddo le persone che vivono in strada vanno incontro a gravi problemi. Qui nella sede di San Benedetto abbiamo una stanza polivalente dove dormono 6 persone, ma spesso di notte c’è qualcuno che supera la recinzione per avere un po’ di riparo sotto il nostro portico: è dura essere a casa al caldo sapendo che ci sono persone invece al freddo».
Sempre su questo argomento, aggiunge il vescovo: «Quella dei senzatetto è una delle categorie più difficili da gestire, spesso con situazioni di alcol o droga alle spalle, occorre che le Amministrazioni pubbliche si facciano carico di questo problema che la Caritas non ha le capacità di gestire».
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