Comunque vada a finire la questione, a don Francesco Simeone, cappellano dell’ospedale “Mazzoni” di Ascoli fino al termine di quest’anno, rimane un buon motivo – non da poco – per gioire, nonostante tutto.
Ha dalla sua parte tutto l’amore, e l’incrollabile stima, dei suoi fedeli. Meglio. Di una città intera. Dopo lo tsunami di commenti, affettuosi e sdegnati, apparsi sui social dopo la notizia del suo trasferimento (deciso dalle Diocesi di Ascoli e di Taranto, dove il religioso è incardinato, leggi qui), è comparso anche un eloquente tazebao davanti all’ingresso del “Mazzoni”. La sua grande e particolare parrocchia. Lì dentro, e non solo, giorno dopo giorno, notte dopo notte, nell’ultimo lustro, questo giovane prete di Martina Franca è riuscito a farsi conoscere, apprezzare, ricordare.
“Don Francesco, la comunità ascolana ti ama e si stringe intorno a te. Sei un vero prete, un uomo dal cuore d’oro”, recita il tazebao. A prescindere da quello che il futuro riserverà a don Simeone, questo rimane un dato di fatto.
Ma c’è ancora un’incognita sul rientro del religioso nella Diocesi di appartenenza, sebbene non trapeli nessuna incertezza nella nota congiunta dei vescovi Gianpiero Palmieri di Ascoli e Ciro Miniero di Taranto (leggi qui).
Il prossimo 19 novembre ci sarà un incontro, a Taranto, tra don Simeone ed il vescovo Miniero.
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