di Peppe Ercoli
Quattro persone sono state condannate a due anni e mezzo di reclusione dal tribunale di Ascoli per falsa testimonianza durante un processo, reato commesso – secondo l’accusa – nel tentativo di salvare un parente accusato di violenza sessuale sulla nipote minorenne. L’uomo, attualmente in carcere a Teramo, sta scontando una condanna definitiva di sei anni e nove mesi.
In primo grado era stato assolto, ma la Procura ha fatto appello e la Corte d’Appello di Ancona lo ha condannato a sette anni. Un successivo ricorso in Cassazione ha portato il caso alla Corte d’Appello di Perugia, che ha confermato la colpevolezza dell’uomo per violenza sessuale aggravata, atti sessuali e corruzione di minorenne.
La giovane vittima ha testimoniato degli abusi subiti, mentre i familiari e un amico dell’imputato avevano dichiarato che il giorno della violenza, il 4 agosto 2013, la ragazza non era in casa. Tuttavia, il procuratore Umberto Monti ha avviato un procedimento per falsa testimonianza contro di loro, conclusosi con la condanna a due anni e sei mesi ciascuno.
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