Scintille in Consiglio tra il presidente della Provincia Sergio Loggi e il gruppo di opposizione “L’Altra Provincia”. Al centro del dibattere, il bilancio di previsione di Palazzo San Filippo ma anche la convocazione del consiglio provinciale aperto e in seduta straordinaria incentrato sulla crisi economica della Beko e sulla chiusura dello stabilimento di Comunanza, fissato per giovedì 5 dicembre (leggi qui).
«Rivendichiamo il coinvolgimento dei gruppi nelle convocazioni delle assise e nella formulazione degli ordini del giorno – attacca il consigliere Pasqualino Piunti -. Ma ancor di più, chiediamo se le autorità invitate al Consiglio aperto siano state contattate direttamente e quante abbiano dato la loro disponibilità. Questo per evitare che intorno ad un problema così importante e sentito si possano generare situazioni di sola apparenza. Noi ribadiamo la nostra vicinanza ai lavoratori e la volontà seria di voler risolvere una situazione che sta mettendo in grossa difficoltà il territorio».
Secca la replica di Loggi sulla questione.
«Come presidente della Provincia, mi è sembrato doveroso innanzitutto nei confronti dei lavoratori della Beko e del territorio, convocare una assise aperta invitando come già detto tutti i soggetti dello sviluppo locale e tutte le istituzioni di qualsiasi appartenenza politica, senza distinzioni di sorta – ribatte -. Con la volontà veramente di essere vicini al territorio e non certo di fare operazioni “di appartenenza”. Anzi, invito i colleghi consiglieri di minoranza a farsi interpreti anche loro, presso il Governo centrale e la Regione, perché risolvano concretamente la questione».
Gli animi si accedono ulteriormente sulla discussione della variazione finale al bilancio di previsione 2024/2026 illustrata dal vicepresidente Rocchi.
«C’è una gravissima irregolarità sugli stanziamenti del bilancio di previsione approvato lo scorso aprile – fa notare Massimo Romani -. È stato riportato a bilancio che l’importo dei contributi dovuti dalla Provincia allo Stato (“Concorso alla finanza pubblica”) è di 2,5 milioni anziché di 5 milioni, come previsto dalle tabelle ministeriali, oltretutto falsando la loro copertura con fondi provinciali già impegnati in altri capitoli»
«È emerso palesemente quello che è successo negli ultimi anni – attacca ancora Romani -. Nonostante la Provincia si trovasse in serie difficoltà economiche, si è pensato più a nascondere i problemi che risolverli. In sede di dibattito abbiamo anche proposto delle possibili soluzioni che non sono state accolte. Ci riserviamo di valutare se intervenire come gruppo consiliare nelle sedi opportune».
Loggi risponde in maniera secca, ricordando che la sua candidatura a presidente della Provincia nasce anche dalla consapevolezza della situazione di difficoltà dell’Ente: «Ero consapevole che la procedura di riequilibrio economico e finanziario in atto da un decennio era in scadenza e poteva assumere l’esito più sfavorevole del dissesto».
«Faccio notare al consigliere Romani che il peso delle parole ha un significato e non possono essere fatte affermazioni in modo leggero e superficiale solamente con l’unico scopo di creare querelle strumentali e polemiche sensazionalistiche – continua Loggi -. Se si legge con attenzione l’atto approvato in Consiglio, si può constatare che non sussiste nessuna “gravissima irregolarità” con riguardo agli stanziamenti di bilancio di previsione approvato lo scorso aprile. La variazione di bilancio fa infatti riferimento ad una “non congruenza” degli stanziamenti del bilancio relativamente al concorso dell’Ente alla Finanza Pubblica che viene armonizzata con tale strumento previsto dalla legge proprio per effettuare aggiustamenti ed correzioni».
Loggi poi snocciola date e numeri per suffragare quanto detto.
«Va evidenziato, peraltro, che la cifra di 2.491.099 euro era stata computata in relazione ad una possibile normazione particolare per gli enti in dissesto poi non realizzata, senza contare che le contribuzioni alla finanza pubblica vengono scaglionate nelle diverse annualità di riferimento in forma non sincronizzata – spiega ancora Loggi -. Non c’è stato, pertanto, nessun “ricorso a fondi provinciali già impegnati in altri capitoli” ma tale somma è stata utilizzata per i recuperi periodici da parte dell’Agenzia dell’Entrate del concorso alla finanza pubblica relativo all’annualità 2023, recuperi consentiti e operati ai sensi del Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 5 luglio 2016».
Chiusura polemica che non si spegne.
«Voglio ricordare a Romani che l’approvazione del bilancio di previsione nell’aprile 2024 è stata fatta dal Consiglio e non dal presidente come organo monocratico, con atto predisposto dagli uffici e munito del relativo parere del Collegio dei Revisori dei Conti – conclude -. Tutto il resto sono illazioni che ledono la mia correttezza di amministratore e che non possono essere tollerate neppure nella conflittualità della dialettica politica».
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