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Cinghiali, Coldiretti Marche:
«Subito il Piano straordinario
o torneremo alla mobilitazione»

ANCONA - Per l'associazione agricola sono «Deludenti sia il piano ordinario di controllo che il Priu»
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La delusione è tanta e si prospetta una mobilitazione permanente da parte degli agricoltori contro le mosse della Regione Marche sulla gestione dei cinghiali.

 

“Una lettura amara”, viene definita da Coldiretti Marche, quella dell’appena uscito piano regionale ordinario di controllo del cinghiale, «che già aveva suscitato fortissime perplessità per le sue numerose lacune e mancanza di dati effettivi relativi al territorio Marche, evidenziate in modo anche pesante dalla stessa Ispra, ente deputato al controllo dei piani di gestione della fauna selvatica. Lo stesso Ispra, in una missiva inviata alla Regione, riscontrandone le carenze, ha addirittura affermato di non poter neanche dare un giudizio in merito».
Coldiretti Marche punta il dito anche sul Priu, il Piano di controllo sanitario del cinghiale da attivare qualora dovesse insorgere un focolaio di peste suina africana. Il motivo? «Basandosi sul piano ordinario è risultato anch’esso totalmente carente di numerosi punti fondamentali per la sua applicazione».

 

«A livello di gestione della fauna selvatica sia nella fase ordinaria sia in quella straordinaria – commenta la presidente di Coldiretti Marche, Maria Letizia Gardoni – siamo totalmente in alto mare, con due piani di controllo uno peggio dell’altro, una gestione della fauna selvatica imbarazzante, un sovrannumero impressionante di animali sul territorio, una mancanza di studi e di rilevazioni fondamentale per poter rilanciare un piano di assestamento. Dopo il danno del piano ordinario – prosegue la Gardoni – è arrivata anche la beffa del Priu, tanto che, qualora arrivasse la psa anche nelle Marche, e nessuno se lo augura, saremmo totalmente impotenti con questi documenti inutili e mal compilati».

 

Coldiretti Marche da tempo aveva chiesto anche l’introduzione del piano straordinario di contenimento della fauna selvatica, promesso dalla Regione dopo l’imponente manifestazione di luglio con 2000 agricoltori davanti a Palazzo Leopardi, «ma mai arrivato. Siamo coscienti che gli uffici regionali, sul settore caccia, siano ridotti al minimo assoluto e i risultati si vedono dai piani che vengono prodotti – commenta il direttore regionale di Coldiretti Marche, Alberto Frau – ma gli agricoltori non possono per nessuna ragione al mondo continuare a convivere con un numero così elevato di cinghiali e con una legislazione a monte che non li tutela minimamente; siamo fortemente delusi e, se le cose non cambieranno, saremo costretti entro breve a rimettere in piedi una mobilitazione ancora più pesante e, stavolta, continua».

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