di Giuseppe Di Marco
Di cosa ha bisogno l’Amministrazione comunale per scrivere il nuovo Piano urbanistico generale (Pug)? Il vertice di Viale De Gasperi si sta dotando di una gran mole di statistiche e relazioni scientifiche per analizzare la città in ogni suo aspetto e formulare una sua versione del futuro della Riviera. Ma la base teorica, secondo Daniele Primavera, deve fondarsi su una disamina ben più ampia di quella attuale.
«Contrariamente ai proclami, l’Amministrazione comunale conferma la propria totale inerzia sul piano urbanistico – dice il leader di Nos – Se formalmente risulta confermato il progetto strategico del nuovo Piano regolatore, in concreto nessun passo significativo è stato fatto, e il poco che è stato messo a disposizione manca completamente di regia politica».
Recentemente, l’Università Politecnica delle Marche ha illustrato i dati che faranno da base alla redazione del Piano urbanistico generale. «La presentazione pubblica organizzata dall’ente – continua Primavera – ha sollevato perplessità irrisolte e mancato di trattare alcuni temi essenziali che, a nostro avviso, dovrebbero invece essere centrali nello studio del quadro socio-economico cittadino. La premessa o meglio la pregiudiziale, illustrata ottimamente dal professor Gregori, è che non ha senso pensare di pianificare una città come San Benedetto in modo puntuale, senza tenere conto del contesto territoriale. A questo rilievo il sindaco non ha opposto alcun tipo di ragionamento politico, e infatti non ci risulta alcuna forma di collaborazione con i comuni della nostra conurbazione, a partire da Grottammare, Monteprandone e Acquaviva».
E ancora: «L’intera presentazione non ha toccato la questione occupazionale né quella economica incentrata sul valore prodotto, ma solo sulla poco significativa variazione della numerosità delle imprese. È chiaro invece che nessuna pianificazione urbanistica può essere affrontata senza tenere conto di questi aspetti, anche perché si rischia di fare errori grossolani. Ad esempio, si continua a ripetere – senza che vi sia alcun supporto dei dati, che invece contraddicono questo assunto – che San Benedetto sia una città ‘turistica’, quando il ruolo del turismo strettamente inteso è quasi marginale nell’economia cittadina».
Primavera fa notare che San Benedetto «è una città prevalentemente commerciale e dedicata ai servizi, che rivestono un ruolo infinitamente più pesante del turismo strettamente inteso, il quale produce occupazione scarsa e di basso valore. Dalle nostre ricerche il turismo non rientra nemmeno tra le prime dieci economie cittadine, essendo superato da commercio, ristorazione, attività professionali, manifattura, sanità, costruzioni, servizi per le imprese, logistica, pubblica amministrazione, pesca e trasformazione».
Il tema del turismo, in tal senso, andrebbe ridimensionato: «Per la stessa ragione il rilievo dato alla quantificazione di arrivi e presenze turistiche, e la solita asfittica discussione che ne scaturisce, è come minimo eccessivo. Questi indicatori sono di grande interesse per i pochi operatori ma rispetto alle problematiche urbanistiche hanno un’importanza decisamente secondaria, soprattutto se confrontati ai flussi ordinari dei cittadini che qui vivono e lavorano per 12 mesi l’anno. Sono queste osservazioni che faticosamente il compianto Nazzareno Torquati, già assessore alle attività produttive, ha cercato di portare avanti per anni, ma che purtroppo ancora oggi vengono totalmente ignorate dalla parte politica».
Per il leader di Nos quindi si dovrebbe dare spazio ad altri stakeholders, quali le rappresentanze degli inquilini, ed effettuare una ricognizione della disponibilità di alloggi pubblici, nonché un confronto con le altre città di benchmark, come Ascoli. Secondo questa linea di pensiero, il Comune dovrebbe intervenire in fase di revisione perché San Benedetto abbia in mano un congruo quadro conoscitivo propedeutico alla stesura del Piano urbanistico generale.
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