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Metanodotto e biodigestore, l’Associazione Tutela Valdaso alla Regione: «Riesamini il progetto»

VALDASO - Il sunto dopo la riunione alla cantina sociale di Montalto. «I proprietari terrieri coinvolti stanno facendo fronte alla situazione ricorrendo autonomamente contro le decisioni prese e con le proprie risorse economiche. Pieno sostegno ai cittadini colpiti da queste decisioni, continueremo a vigilare affinché siano tutelati gli interessi del territorio»
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Un recente incontro alla cantina sociale di Montalto

«In merito alle questioni sollevate durante l’assemblea tenutasi nei locali della Cantina Sociale  Valdaso, riteniamo necessario rimarcare diversi aspetti».

 

Inizia così la nota dell’associazione di Tutela e Valorizzazione della Valdaso.

 

«Occorre sottolineare che, tra i Comuni coinvolti nella vicenda del metanodotto, l’amministrazione comunale di Montalto delle Marche si distingue per il sostegno concreto fornito ai proprietari  terrieri interessati dagli espropri. Al contrario, stigmatizziamo il comportamento dei sindaci di  Montedinove, Ortezzano, Carassai, Petritoli e Montefiore dell’Aso, i cui Comuni hanno assunto una posizione contraria, a nostro avviso, agli interessi dei cittadini». 

 

Altro punto fondamentale per l’associazione, il metanodotto e la sua funzione: «È fondamentale ribadire con fermezza che il metanodotto in questione serve esclusivamente il  biodigestore, che verrà realizzato in contrada San Salvatore, a Force, come già chiaramente indicato  nel progetto 4 R. Tale infrastruttura non porta alcun beneficio alla comunità locale, ma risulta funzionale soltanto a un impianto le cui utilità e sostenibilità sono oggetto di contestazioni».  

 

E scatta un appello agli organi regionali e alle associazioni di categoria: «Rivolgiamo un forte appello agli organi regionali affinché tornino ad esaminare con attenzione il  progetto del biodigestore e del metanodotto. È necessario affrontare con serietà ciò che potrebbe compromettere la sostenibilità e il rispetto per il nostro territorio. Chiediamo inoltre alle associazioni di categoria di svolgere il loro ruolo di tutela, sostenendo con forza gli interessi dei loro associati e prendendo una posizione chiara contro eventuali conseguenze ambientali che potrebbero derivare dall’impianto biodigestore. È essenziale un’azione compatta a difesa delle attività  locali e del patrimonio ambientale della Valdaso».

 

Sul tavolo anche eventuali azioni legali dei proprietari: «È fondamentale mettere in luce che i proprietari terrieri coinvolti, trovandosi privi del supporto delle  amministrazioni comunali ad eccezione di Montalto delle Marche, stanno facendo fronte alla  situazione ricorrendo autonomamente contro le decisioni prese, impiegando unicamente le proprie  risorse economiche per la difesa dei propri diritti. Come Associazione, esprimiamo il nostro pieno sostegno ai cittadini colpiti da queste decisioni e  continueremo a vigilare e agire affinché siano tutelati gli interessi del territorio e delle persone che  lo vivono».


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