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Forum italiano all’estero: al Teatro Filarmonici riflettori puntati sull’intelligenza artigianale

ASCOLI - I grandi imprenditori hanno analizzato la svolta epocale e spiegano le ragioni di un successo tutto italiano
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Il forum “Intelligenza artigianale”

 

di Filippo Ferretti

 

“Intelligenza artigianale”. E’ questo il titolo del forum, apparentemente dicotomico, che ha coinvolto alcuni rappresentanti di aziende nazionali al teatro Filarmonici di Ascoli. L’evento, organizzato da Lorenzo Zurino, presidente del “Forum Italiano dell’Export”, da tempo intento a dare vita ad incontri con manager italiani per analizzare modalità ed esigenze con cui imporre i marchi italici all’estero, ha visto confrontare importanti figure manageriali per capire come muoversi davanti all’esigenza di esportare i propri prodotti a livello internazionale in un momento storico in cui ad imperversare è la tecnologia.

 

Un dibattito volto a capire come i comparti del food e del fashion stiano affrontando i cambiamenti epocali: loro, il cui operato si basa proprio su una tradizione artigianale molto forte. Ad aprire i lavori è stato il sindaco Marco Fioravanti che, pur reputando necessario il bisogno di espandere i mercati con il modello di casa nostra, ha evidenziato l’impossibilità di poter sostituire in toto la forza e il talento degli umani con il supporto della scienza.

 

Il talk show, partito con il collegamento avvenuto con Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, consapevole che il futuro tecnologico del lavoro di impresa dovrà comunque tenere conto di numerose criticità – dalla complessità  della formazione alla sicurezza del patrimonio dei dati ad esso legato – ha visto salire sul palcoscenico del teatro ascolano alcune figure appartenenti a marchi locali divenuti degli autentici colossi lungo lo Stivale.

 

Simone Mariani della Sabelli e Laura Gabrielli dell’omonimo gruppo hanno concordato nel dire che il modello italiano ha fatto fortuna nel luogo in cui è nato proprio perché ha saputo rapportarsi con le esigenze di ciò che lo attorniava. «La nostra azienda è cresciuta assieme al territorio: andare all’estero avrebbe significato cambiare modello» ha detto l’imprenditrice ascolana, certa di credere molto nell’italianità e del fatto che per vendere prodotti e offrire servizi sia necessario conoscere l’ambito in cui si opera.

 

«Il concetto di “Piccolo e bello” non può funzionare con l’export» ha spiegato dal canto suo Simone Mariani, consapevole del fatto che, nonostante i grandi numeri registrati negli ultimi anni dalla Sabelli, la sua azienda non potrebbe mai approcciare al mercato estero accanto ad imprese con miliardi di fatturato.


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