di Marco Braccetti
Quando il vandalismo incontra l’omofobia si genera un mix davvero pessimo. Soprattutto se colpisce uno spazio altamente simbolico. Ecco la situazione della “panchina arcobaleno”, presente nella pineta di via Pasqualetti. Siamo nel cuore di San Benedetto, a due passi dalla Palazzina Azzurra. Lì, da qualche tempo, una delle panchine era stata abbellita da qualche creativo rimasto anonimo con i colori della bandiera arcobaleno che, oltre ad essere un messaggio di pace, identifica da sempre la comunità Lgbt.
Ebbene: evidentemente quel messaggio di inclusività non è piaciuto a qualcuno che ha scelto di deturpare la panchina con una scritta offensiva nei confronti degli omosessuali. Un messaggio osceno che stona con lo spirito di San Benedetto: città di mare, sempre accogliente nei confronti di tutti. La situazione è stata segnalata al vicesindaco Antonio Capriotti: delegato al decoro urbano. Ora s’attende un intervento da parte degli addetti alle manutenzioni.
Ad ogni buon conto, non è la prima volta che in Riviera spuntano macroscopiche scritte con al centro l’orientamento sessuale. Nel 2017, un volantino con delle pesanti allusioni (anche di carattere omofobo) comparvero sulla bacheca di un chalet. Si creò anche un cortocircuito comunicativo, poiché molte persone credettero che la struttura balneare fosse responsabile di quello scritto, mentre poi risultò estranea e, a sua volta, vittima di uno scherzo di pessimo gusto. Qualche tempo prima, vennero deturpati con frasi omofobe i muri esterni di una boutique del centro cittadino.
Qualche tempo fa, inoltre, sui massi del molo Sud apparve una frase a caratteri cubitali (che si prestava a varie interpretazioni, positive o negative) inneggiante alla candidatura a primo cittadino di un noto politico locale, evidentemente ritenuto omosessuale dall’autore del gesto. L’iscrizione – rimasta in bella mostra per alcuni giorni, poi cancellata – terminava con un’invocazione: “Vogliamo un sindaco gay”.
Lo sfregio della panchina arcobaleno riporta in primo piano la piaga degli imbrattatori. Un fenomeno, che in Riviera sembra incontenibile. Luoghi pubblici, arredi urbani, perfino monumenti. Ogni superficie è buona per i patiti delle bombolette spray. Senza contare gli sfregi sulle abitazioni private. Secondo un calcolo effettuato in passato dalla Società Multi Servizi (partecipata comunale che si occupa anche di decoro urbano) quasi la metà degli immobili privati sambenedettesi risulta deturpata dalle opere dei writers che, così, continuano ad accentuare il degrado.
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