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Tragedia di Ripaberarda, il marito aveva precedenti per lesioni aggravate e atti persecutori nei confronti di altra donna (Foto e video)

CASTIGNANO - La ricostruzione della Procura
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(Foto e video di Paolo Giardini

 

Si inizia a fare chiarezza sulla tragedia che si è consumata nelle prime ore di oggi, giovedì 19 dicembre, a Ripaberarda di Castignano, costata la vita alla 45enne Emanuela Massicci (leggi qui).

 

Arrestato dai Carabinieri, in flagranza di reato, il marito Massimo Malavolta di 48 anni, ora piantonato all’ospedale “Mazzoni” di Ascoli, dove è ricoverato nel reparto Rianimazione per le ferite autoinferte con un coltello.

 

Il delitto si è consumato all’interno della camera da letto. Dalle prime ricostruzioni, la donna è morta per le percosse: sul suo corpo sono state rinvenute diverse tumefazioni e nessuna ferita letale da arma da taglio.

 

Non hanno assistito direttamente alla morte della mamma e al tentato suicidio del padre,  i figli di 8 e 10 anni, che erano in casa ma in un’altra stanza. I bimbi sono ora affidati alle cure dei nonni materni.

 

L’uomo – secondo la ricostruzione della Procura di Ascoli – era stata sottoposta nel giugno 2015 alla misura cautelare degli arresti domiciliari per lesioni aggravate e atti persecutori in danno di altra donna, peraltro con disabilità. Nel gennaio 2016, mentre si trovava ancora agli arresti domiciliari, veniva condannato dal Tribunale di Ascoli Piceno alla pena di anni due di reclusione (applicata la diminuzione di 1/3 per il rito abbreviato) senza pena sospesa. La sentenza veniva poi riformata dalla Corte di Appello di Ancona che riqualificava il reato di atti persecutori nella contravvenzione di molestia, con condanna alla pena di mesi 6 e giorni 20 di reclusione con pena sospesa, condanna che diventava definitiva nel giugno 2018.

 

A dare l’allarme, stamattina, è stato il padre di lui,  chiamato dal figlio dicendo che la moglie non stava bene e non respirava. Il padre ha così attivato i soccorsi.

 

Ad aprire la porta di casa al personale sanitario del 118 sono stati proprio i due bambini, subito messi al sicuro in un’altra stanza della casa.

 

I Vigili del fuoco hanno forzato la porta della camera da letto della coppia, che era chiusa a chiave dall’interno. Pompieri e operatori del 118 hanno trovato  l’uomo seduto a letto, insanguinato e con un coltello in pugno. La moglie stesa accanto, immobile.

Sono intervenuti anche i Carabinieri che hanno disarmato l’uomo, che nel frattempo si era accasciato quasi privo di sensi per la cospicua perdita di sangue dovuta ai tagli che si era provocato ai polsi.

Soccorso dal personale sanitario l’uomo è stato trasportato in ospedale. Per la donna non c’era più nulla da fare.

Dagli elementi emersi anche nel corso del più accurato sopralluogo effettuato immediatamente dopo con rilievi tecnici da parte dei Carabinieri e la partecipazione di due medici legali incaricati dalla Procura, è emerso che la donna presentava numerose tumefazioni al volto e in varie parti del colpo.

Non presentava lesioni vitali da colpi di coltello. Ma le cause della morte saranno ulteriormente da appurare attraverso ispezione cadaverica e autopsia che saranno eseguiti a breve.

 

Non vi era mai stata nessuna denuncia da parte della donna uccisa nei confronti del marito, né alcuna segnalazione o intervento da parte delle Forze di Polizia per liti in famiglia, percosse, minacce o altro.

 

Nelle prossime ore è attesa la convalida dell’arresto chiesta dalla Procura al Giudice per le Indagini Preliminari.

 

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