di Gianpiero Palmieri *
Manca qualche giorno a Natale. La notte di Natale ci sorprenderà anche quest’anno.
In particolare, quest’anno coinciderà con l’inizio dell’Anno Giubilare che, come sappiamo, è stato dedicato da Papa Francesco al tema della speranza. Spes non confundit: la speranza non delude.
In realtà la nostra esperienza di adulti ci fa dire che, qualche volta, forse troppe volte, la speranza rimane delusa. Perché? Perché la speranza ci viene spontaneamente nel cuore: speriamo il bene, speriamo il meglio e, nello stesso tempo, facciamo l’esperienza che la speranza rimane come inascoltata da una realtà che sembra andare talvolta in una direzione opposta rispetto a quella sperata.
Per un cristiano, per noi che celebriamo il Natale, la speranza ha un nome ed è Gesù. È lui il segno che Dio ha messo nel mondo perché gli uomini potessero continuare a sperare. Ricordate forse il mito di Pandora, dove Zeus regala a Pandora la prima donna mortale, un vaso contenente tutti i mali del mondo. Pandora lo apre, incuriosita, e tutti i mali del mondo escono allo scoperto: la malattia, la guerra, la morte. Unica realtà rimasta in fondo al vaso, che non esce, è la speranza. Il mito di Pandora ha un significato molto profondo: si possono scaraventare sul mondo tutti i mali della terra ma dal cuore dell’uomo, dal vaso del cuore dell’uomo, la speranza non sparisce.
Anche nelle situazioni più difficili, l’uomo, che è fatto per la vita, che è fatto per l’eternità, continua a sperare. La speranza è donata dal Signore al cuore dell’uomo per mezzo del suo Spirito. Lo dice San Paolo: la speranza ci è stata riversata nel cuore per mezzo dello Spirito Santo, che ci è stato donato.
Nel fondo del cuore dell’uomo, anche nelle situazioni più avverse, anche nelle situazioni più incredibili, rinasce la speranza: la determinazione ad andare avanti, la determinazione a lottare, la determinazione ad avere fiducia nonostante tutto e nonostante tutti.
La notte di Natale noi contempliamo Dio fatto bambino, Dio che entra nelle profondità del cuore umano, nel vaso di Pandora se volete, e lì ridona nuovamente la speranza.
Nel Presepe il bambino è sempre rappresentato in una posa – mani aperte, gambe incrociate, piedi uniti – che ci ricordano il corpo di Gesù sulla croce. Nelle antiche icone della Natività, Gesù è deposto nella mangiatoia, ma quella mangiatoia ha un aspetto strano, ricorda il sepolcro dove Gesù verrà deposto.
Allora Dio si fa uomo, ma non si fa soltanto uomo, scende nelle profondità dell’abisso dell’umano e lì scende per poter ridonare la speranza. Perché nel vaso del cuore dell’uomo la speranza non scompaia.
Oggi celebriamo la speranza per tutti noi. Sappiamo che nel bambino di Betlemme sono uniti tutti i bambini della terra. Ci sono bambini che nascono in contesti sereni e accoglienti, dove la loro vita può crescere, può dilatarsi. Invece ci sono bambini che nascono già nell’Inferno. Pensate ai bambini che nascono nei villaggi distrutti dell’Ucraina o nella Striscia di Gaza o nei tanti luoghi dove ancora continua la guerra: nascere in un ospedale che forse verrà bombardato, in una scuola che forse verrà distrutta.
La speranza è tanto forte quanto è forte la presenza di Dio in mezzo agli uomini. La speranza rinasce continuamente se ci apriamo al dono della presenza di Dio nel cuore dell’uomo e nella storia.
E’ questo l’augurio più importante del Natale. Non ci scoraggiamo mai, andiamo avanti. Sappiamo che Dio ha visitato il suo popolo perché sperasse.
La notte di Natale 2024 il Papa darà inizio all’Anno Giubilare, l’anno dedicato al tema della speranza, alla speranza che non delude.
In tutte le diocesi del mondo l’Anno Giubilare comincerà nel fine settimana successivo. A San Benedetto del Tronto, Ripatransone e Montalto inizierà la sera di sabato 28 dicembre. Ad Ascoli Piceno, il giorno dopo, il pomeriggio di domenica 29.
Vivremo all’inizio il segno del pellegrinaggio. Il popolo che cammina, il popolo che cammina anche nel buio, anche nella fatica. Per arrivare in Cattedrale a celebrare la nascita del Salvatore. La luce squarcerà il buio e ci ricorderà che è proprio nel Bambino Gesù che ci ha dato il segno della speranza.
Buon Natale a tutti e buon inizio dell’Anno Giubilare.
* vescovo della Diocesi di Ascoli-Ripatransone-San Benedetto-Montalto delle Marche
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