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Samb, l’ordine imperativo adesso è: non incrinare questo giocattolo

SERIE D - Considerazioni dopo il 4-0 contro l'Atletico Ascoli ma soprattutto i 9 punti di vantaggio sulla seconda in classifica
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Sciarpata tifosi Samb

 

di Pier Paolo Flammini

 

Tutto dovrebbe fermarsi come è ora, accidenti: così la pensano, o penserebbero, i tifosi della Samb dopo il Settebello messo in fila dai ragazzi di Palladini con la vittoria sull’Atletico Ascoli. E nove vittorie nelle ultime dieci con il pareggio di Chieti che pure fu stretto e con molte recriminazioni. L’Aquila, dopo quattro vittorie consecutive, ha pareggiato a Civitanova: quinta partita consecutiva senza prendere gol, ma anche prima gara, dopo quattro, senza reti, concomitanti con l’assenza dell’asso Banegas per squalifica. Anche l’Ancona, quarta a 11 punti (a 9 invece gli aquilani, in mezzo il Chieti), sta facendo della difesa il suo elemento di forza: tre gol subiti nelle ultime 10 partite, tre vittorie consecutive, serie utile di 8 risultati (esattamente come L’Aquila). Soltanto Samb (10 utili consecutivi) e la prossima sfidante dei rossoblù Recanatese (8) stanno reggendo il passo delle due inseguitrici.

 

Fermare il tempo, dunque, se fosse possibile, o per magia farlo trascorrere velocemente, fissare il +9 come una istantanea da perpetuare. Ma non si può, e dopo la Recanatese – e affiora la sagoma di Sbaffo inevitabilmente – ci sarà il Notaresco e la prima partita-verità, il 26 gennaio a L’Aquila.

 

Ecco che l’imperativo, a questo punto, è non scomporre. Non rovinare. Non graffiare. Non incidere con alcuna scossa tellurica ciò che si erge come capolista inavvicinabile (Al momento è così, ha confermato mister Seccardini). Lo avevamo previsto già prima dell’incontro: se la temperatura, in termini di punteggio da recuperare, per L’Aquila fosse aumentata, le ipotesi di rinforzo (leggi, essenzialmente, Sbaffo) si sarebbero ulteriormente congelate, aspettando magari proprio gli ultimi giorni di mercato. E così è stato.

 

La Samb cerca apertamente un attaccante 2006, l’identikit che porta a Ferrari dell’Avezzano sarebbe l’ideale ma c’è da vincere la resistenza della società abruzzese, che non si vuole privare di un giovane attaccante che incide sulle dinamiche della squadra di mister Pagliarini. Inoltre sia il giocatore che il Bologna, società proprietaria del giovane, valutano se conviene lasciarlo titolare ad Avezzano o farlo arrivare a San Benedetto dove partirebbe riserva di Lonardo.

 

Palladini dovrà essere bravo ad evitare, al di là di Sbaffo, che si formino incrinature interne allo stesso spogliatoio, vero punto di forza delle sue squadre da sempre. Così in molti hanno notato come, col ritorno di Baldassi e Pezzola, in panchina siano andati i due under Zoboletti, terzino destro, e Bouah, sinistro, alternativo a Orfano, con gli altri under, obbligati, Tourè, Tataranni e Semprini. Mentre Chiatante, titolare nella prima parte dell’anno, sia andato in tribuna assieme a Paolini, comunque da recuperare, e soprattutto Fabbrini: arrivato un anno fa, impiegato in maniera discontinua quest’anno, giocatore dal curriculum maggiore nella rosa, l’estromissione, se ripetuta, potrebbe incidere sull’umore del calciatore, anche perché Baldassi, di ritorno dopo oltre due mesi, ha dimostrato una qualità altissima.

 

Servirà il miglior Palladini. Un cementificatore.

 



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