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Affitti brevi, nelle Marche oltre 3.000 strutture fuorilegge: Ascoli la più virtuosa

NEL PICENO solo il 15% delle unità immobiliari destinate alla locazione turistica non si è ancora regolarizzato con il Codice Identificativo Nazionale
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Malgrado il decreto che dispone che qualsiasi unità immobiliare destinata alla locazione turistica debba munirsi del Codice Identificativo Nazionale, specifici dispositivi di sicurezza e la presentazione al Comune di appartenenza della Segnalazione Certificato di Inizio Attività (Scia), sia in vigore da più di 10 giorni, nelle Marche oltre 3.000 strutture sono ancora fuorilegge. Ancona e Macerata maglie nere con il maggior numero di strutture irregolari, Ascoli Piceno la più virtuosa.

 

Nelle Marche, infatti, secondo i dati del Ministero del Turismo, ad oggi, delle 13.164 strutture registrate, ancora 3.191 (24%) non hanno richiesto il codice identificativo. «Nel dettaglio – osserva l’avvocato Gennaro Sposato di Rödl & Partner, colosso della consulenza legale e amministrativa presente in 50 paesi nel mondo tra cui l’Italia – ad Ancona, sono stati rilasciati 4.429 CIN ma ancora il 29% delle strutture della città risulta irregolare; così come a Pesaro-Urbino dove i CIN sono stati 3.243, mentre il 22% è ancora inadempiente. Macerata conta quasi il 26% di strutture fuorilegge con 2.328 CIN rilasciati, mentre a Fermo su 1.230 strutture regolarizzate, il 23% non è ancora in regola. Per chiudere con Ascoli Piceno, invece, che su 1.934 CIN rilasciati, ha un 15% di immobili ancora da regolarizzare».

 

A queste peraltro vanno aggiunte quelle completamente abusive non registrate nei sistemi circa le quali non vi è un dato che non sia una generica stima.

 

Accertamenti sono in corso, come raccontano le cronache locali, in tutta Italia con controlli che toccano grandi città così come piccoli borghi. Per quanti saranno accertati irregolari scattano ora le sanzioni che «Per un immobile privo del CIN possono arrivare a 8mila euro – spiega l’avvocato Sposato – mentre la mancata esposizione è sanzionata con una pena pecuniaria che va da 500 a 5mila euro. L’assenza di estintori e rilevatori obbligatori è sanzionata con una multa che può arrivare fino a 6mila euro, ma attenzione – ammonisce l’avvocato – per violazione accertata. L’insussistenza dei requisiti di sicurezza obbligatori è poi sanzionata secondo le disposizioni regionali o statali».


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