Sta aprendo la porta ad un dibattito in seno al Consiglio comunale la partecipazione del Comune di Monteprandone del progetto Destination Management Organization (Dmo), proposto dal comune di San Benedetto del Tronto. Era stato detto “No”, nel civico consesso del 28 ottobre, nonostante «le le rimostranze espresse dalla consigliera Ludovica Gambacorta, del gruppo consiliare “L’Altra Monteprandone” che ha sottolineato come “il progetto DMO potesse portare benefici tangibili al nostro territorio, mentre il progetto che si andava ad approvare, sembrasse più un’operazione di marketing», sottolineano i consiglieri di opposizione.
Poi la Giunta Loggi, con delibera del 19 dicembre, ha espresso pare “favorevole per la sottoscrizione del documento di intenti finalizzato alla creazione di una Destinazione Management Organization territoriale del Piceno” sottolineando che “il presente atto costituisce un atto di mero indirizzo, privo di effetti giuridici vincolanti immediati e di obblighi economici per l’ente” e dando atto che “in questa fase di percorso strategico la sottoscrizione del documento di intenti non rappresenta un’adesione formale, ma soltanto una mera espressione di volontà ed interesse”.
«La decisione – è il commento di “L’Altra Monteprandone” – arriva in netto ritardo e prevede purtroppo solo l’adesione alla strategia territoriale, mentre altri Comuni, partecipando anche alla parte infrastrutturale, sono già attivamente coinvolti nel progetto, cofinanziato dal fondo unico nazionale sul turismo. Cosa avrà fatto cambiare loro idea?»
«Non apprezziamo la politica sul turismo adottata da questa amministrazione, rivelatasi negli anni costosa, propagandistica e inconcludente, come i primi numeri della stagione appena conclusa ci stanno dimostrando», ha aggiunto Gambacorta.
«Saremmo lieti se il cambio di rotta fosse avvenuto solo grazie ai nostri solleciti in commissione ed in consiglio a favore di un progetto che abbiamo ritenuto più valido di altri, ma sarebbe da ingenui pensarla così. L’amministrazione si è resa conto di essersi isolata sul turismo – conclude il capogruppo Martina Censori – ed a poco valgono le iniziative sporadiche come la partecipazione solitaria al salone del turismo in Svizzera. Faremo luce, nelle prossime settimane, sulle tante risorse disperse dai capitoli di bilancio “cultura” e “turismo”, ma che sarebbe opportuno chiamare “capitoli propaganda e consenso” pubblicando i dati scomodi che l’amministrazione, di solito molto social, preferisce non comunicare».
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