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Meningite da meningocco, caso isolato: tempestive diagnosi e cura nella Pediatria del “Mazzoni”

ASCOLI - Il primario Ermanno Ruffini: «Dopo poche ore avevamo la conferma della patologia. E' stato così possibile, attraverso il Dipartimento di Prevenzione, rintracciare in breve tempo i contatti stretti, tutti sottoposti a profilassi. Tra loro anche 53 bambini»
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L’ospedale “Mazzoni” di Ascoli e, nel riquadro, il primario di Pediatria e Neonatologia Ermanno Ruffini

 

 

di Maria Nerina Galiè

 

Sta meglio il bimbo di 22 mesi, dell’entroterra piceno, colpito da meningite da meningocco, lo scorso fine settimana e che, dopo la tempestiva diagnosi fatta nel reparto Pediatria dell’ospedale “Mazzoni” di Ascoli e l’avvio delle cure, è stato trasferito al “Salesi” di Ancona, come da protocollo (leggi qui).

 

Si tratta di una malattia che fa ancora paura ed è tanta la preoccupazione che ha suscitato l’episodio tra chi ha frequentato il bimbo nei giorni immediatamente precedenti l’accertamento della patologia. Il piccolo aveva anche partecipato ad una festa dell’Epifania, con tante persone tra cui molti bambini.

 

Ma davvero c’è da temere?

 

«No – tranquillizza il dottor Ermanno Ruffini, primario del reparto Pediatria e Neonatologia dell’Ast di Ascoli – perché subito è stato attivato il Dipartimento di prevenzione, come di prassi, e tutti i contatti stretti sono stati sottoposti a profilassi, come pure il personale sanitario che ha preso in carico il piccolo paziente, compreso io».

 

Determinante è stata la velocità nella diagnosi, non solo per evitare il peggio per il bambino, ma anche per aver impedito una possibile e pericolosa diffusione del batterio come conferma lo stesso primario di Pediatria: «Appena il bambino è arrivato in reparto, abbiamo capito che eravamo di fronte ad un caso di meningite. La conferma che si trattava di meningite da meningococco è arrivata dopo poche ore aver effettuato tutti gli esami. A quel punto abbiamo iniziato la cura antibiotica sul bimbo malato. La meningite risponde bene agli antibiotici. Nello stesso tempo, attraverso il Servizio di Prevenzione, appunto, sono stati rintracciati tutti i contatti stretti del bimbo, nei giorni precedenti, per avviare la profilassi. Solo i bimbi sottoposti a terapia sono stati 53».

 

Poi il trasferimento ad Ancona. «Sì a scopo precauzionale – spiega il dottor Ruffini – perché questa forma di meningite può dar luogo a fenomeni fulminanti, per i quali è necessaria la rianimazione pediatrica, che nel Piceno non c’è. Quindi il protocollo prevede il trasferimento al “Salesi”».

 

Dottor Ruffini, c’è il vaccino contro la meningite?

«Si, anche il piccolo in questione era vaccinato. Infatti abbiamo inviato gli esami all’Istituto Superiore di Sanità per capire il tipo di germe che lo ha colpito e capire in quale delle 6 tipologie rientra e se sia coperto dal vaccino che si somministra in età pediatrica. Siamo in attesa della risposta».

 

Casi come questo sono frequenti ad Ascoli? 

«L’ultimo risale a 5 anni fa, su un bambino di sei anni. Guarito perfettamente. Si tenga presente che il tra il 5 e 10% della popolazione è portatore di meningococco.

Altre forme, come ad esempio la meningite da streptococco, l’abbiamo curata un mese fa su un bambino di appena due giorni. Anche in quella circostanza tutto è andato bene». 

 

 

 

 

 


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