di Edoardo Ciriaci
Un compleanno speciale per il movimento “Solidarietà e partecipazione“, a 30 anni dalla sua fondazione, festeggiati venerdì 17 gennaio con una riunione storica dei quattro sindaci di Grottammare che si sono succeduti dal 1994. Massimo Rossi, Luigi Merli, Enrico Piergallini e Alessandro Rocchi si sono confrontati su più temi in un’assemblea pubblica nella sala Kursaal.
Il primo a parlare è stato Rocchi: «Festeggiamo ma questo è un momento di riflessione sulla società, su come è cambiata e su cosa ci aspetta nel futuro. Mi sono avvicinato al movimento grazie alle assemblee pubbliche del tempo in cui Massimo era il sindaco, poi mi sono appassionato sempre di più alla vita cittadina. In questo percorso il mondo è cambiato e dobbiamo capire se le modalità sono ancora attuali per rendere i cittadini partecipi e interessati».
Ha continuato poi Rossi con la proiezione di alcune diapositive sui principi di “Solidarietà e partecipazione”, ribadendo tutta la soddisfazione per i successi raggiunti.
«Sono rimasto impressionato della visione che già al tempo avevamo», ha detto soddisfatto. Il ricordo è del salvataggio dal degrado del patrimonio culturale della città e il percorso di qualità verso una Grottammare più vivibile. Ma soprattutto l’attenta individuazione dei sindaci e degli amministratori.
«Non basta però proseguire su questa strada. Bisogna considerare le nuove difficoltà e gli ostacoli che indeboliscono i caratteri originali del progetto per trovare le giuste soluzioni», rincara. Una soluzione per Rossi è alzare la voce contro le politiche governative, agendo in Consiglio Comunale e portando all’approvazione Ordini del Giorno e Mozioni. Un’altra è rilanciare i processi partecipativi con un’efficace campagna di comunicazione.
«Il cittadino deve sentirsi partecipe». E ancora: «Recuperare lo slancio ideale del movimento valorizzandone i fini di sostenibilità delle scelte di governo locale. Accrescere, quindi, la consapevolezza riguardo il dovere delle comunità locali di concorrere alle condizioni che rendano possibile il raggiungimento della pace tramite scelte sostenibili riguardo l’uso delle risorse, il rapporto con l’ambiente, quantità e qualità dei consumi». Importantissimo ricostruire la tela di relazioni tra soggetti, associazioni, parrocchie e istituti scolastici per diffondere cultura e fratellanza. Chiude invitando a continuare ad individuare ruoli e responsabilità organizzative ed istruttorie come prevede la Carta dei Principi.
Parola poi a Luigi Merli, che ha voluto concentrarsi sui rischi dell’assuefazione al potere di un percorso politico così lungo. «Ogni giorno dobbiamo ricominciare da capo senza mai avere la convinzione che governeremo sempre noi. Per me devi essere disposto a cedere una parte del tuo potere alla decisione collettiva. Non esiste una partecipazione “di facciata”». Trasformare l’io in noi, intende.
«Non voglio essere io ad indicare la giusta via da intraprendere, ma è fondamentale per me capire se nelle vene del cittadino scorre la voglia di cambiare le cose». Così fino al passaggio del microfono, e del testimone, ad Enrico Piergallini: «Grottammare era in anticipo sui modi e sui tempi del movimento altermondista», esordisce. «Il mondo che si temeva 20 anni fa è quello che purtroppo è diventato oggi: guerra, crisi e molto altro».
Poi l’analisi dei numeri: circa 5.500 voti dal ’94 ad oggi. «Con un sistema a doppio turno però, considerando un’oscillazione di circa 800 voti, potrebbe comunque verificarsi un ballottaggio. Seppur quando l’Italia è andata a destra, a Grottammare non si è cambiata idea. Siamo stati bravi dunque a convincere i cittadini del nostro buon lavoro».
Si è focalizzato sul concetto di dinamicità Piergallini, presente anche nella Carta dei Principi del movimento, ricordando l’aggiunta di ulteriori 3 articoli e le parole chiave. «”Solidarietà e Partecipazione” deve essere autonomo rispetto alla politica nazionale, indipendente nel giudizio e nelle scelte dei singoli membri, unitario contro l’insorgere di mini correnti, politico non solo amministrativo, territoriale non solo comunale e formativo».
Ha sottolineato infine l’importanza al rapporto tra gli individui, i loro corpi e la tecnologia, tra lo spazio privato e pubblico e la mancanza di una globalizzazione della politica.
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