Una folla composta, silenziosa, ha attraversato i circa due chilometri che separano l’abitazione della famiglia Massicci, dove lo scorso 19 dicembre si è consumato l’atroce femminicidio di Emanuela, 45 anni, da parte del marito Massimo Malavolta, 49 anni, per raggiungere la Chiesa di Sant’Egidio Abate a Ripaberarda. Circa 1.500 i presenti: quasi tutto il paese, con ragazzi e bambini, scossi dall’evento che ha sconvolto la tranquilla cittadina di Castignano come tutto il Piceno.
E alla fine, come per rischiarare il buio che avvolgeva la zona dove è iniziata la fiaccolata, i due figli Tommaso e Iacopo hanno portato una rosa sotto l’immagine della mamma Emanuela, di fronte alla chiesa, accompagnati dal sindaco Fabio Polini.
Momenti di commozione, specialmente quando gli amici Cristina e poi Stefano hanno ricordato, durante la fiaccolata, Emanuela, ricordata per il suo sorriso come nello striscione che ha aperto la fiaccolata, “Emanuela, nel nostro cuore i tuoi sorrisi“. Hanno parlato in tanti, a partire dal sindaco Polini, organizzatore dell’evento, rappresentanti delle associazioni che si battono contro la violenza di genere, il presidente della Provincia Sergio Loggi in rappresentanza di un territorio presente in massa con tantissimi sindaci, i primi cittadini di San Benedetto Spazzafumo (Malavolta è nato a San Benedetto) e di Ascoli Fioravanti, il presidente della Regione Marche Acquaroli, la rappresentante della Commissione Pari Opportunità delle Marche Maria Lina Vitturini, la sottosegretaria al governo Albano, gli europarlamentari Ricci e Ciccioli.
Insomma, istituzioni compatte, società scossa ma decisa a evitare altri morti assurde come quella di Emanuela (e nel 2024 nelle Marche si sono registrati sei femminicidi). La speranza di tutti è che simili episodi non si ripetano più: che la fiammella accesa a Castignano non si spenga più e rischiari le coscienze di tutti.
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