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Ast,  la Natalini se ne va e l’Usb organizza il presidio: «Si chiude un mandato che ha smantellato la Sanità picena»

ASCOLI - Giuliani, responsabile territoriale del sindacati, ribadisce le criticità, dal personale - snocciolando i numeri - all'Atto aziendale: «Un’incognita per il futuro. Le scelte prese rischiano di essere disattese o riviste dal nuovo vertice, aggiungendo ulteriore incertezza»
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Mauro Giuliani

 

«Con la partenza del direttore generale dall’Ast di Ascoli Piceno, si chiude un mandato che lascia in eredità lo smantellamento della Sanità del Piceno. Le promesse di risolvere le numerose criticità  si sono rivelate illusioni, le decisioni prese di fatto hanno aggravano una situazione già precaria»: è questa la denuncia del sindacato Usb che, in una nota a firma del responsabile territoriale Mauro Giuliani annuncia un presidio, davanti all’ospedale “Mazzoni” di Ascoli, per il prossimo venerdì 31 gennaio, dalle ore 11 alle 13.

 

Guliani ribadisce le principali problematiche irrisolte dal punto di vista sindacale, come le assunzioni a tempo indeterminato: «Le graduatorie di concorsi e mobilità sono rimaste largamente inutilizzate, con assunzioni ben al di sotto delle reali necessità, lasciando reparti in grave carenza di personale, inclusi oss, infermieri e altre figure professionali. Da inizio 2024 ad oggi l’Ast picena ha perso 73 unità a tempo indeterminato del comparto, a cui si devono aggiungere 34 unità perse nel 2023 per un totale di 66 infermieri in 23 mesi, 13 oss, 6 ostetriche, 5 tecnici di Radiologia, 2 assistenti sanitari, 1 assistente sociale 1, 1 tecnico della Prevenzione, 1 tecnico del Laboratorio biomedico, 1 fisioterapista, 1 dietista, 1 autista di ambulanze, 1 operatore tecnico, 8 amministrativi. Dal 2018 abbiamo perso oltre 300 lavoratori».  

 

L’inaugurazione dell’ospedale di comunità di Ascoli Piceno

Ed ancora Giuliani tuona sull’apertura dell’Osco, «senza personale dedicato, sottraendo risorse da reparti già in difficoltà. Sono stati ridotti posti letto. Particolarmente critico il caso del reparto di Nefrologia. Per la riapertura di Urologia è emblematica di una gestione frammentaria, con una disperata ricerca di personale per garantire il servizio minimo. Anche nel presidio di San Benedetto  persistono gravi inefficienze e disservizi. In Geriatria, taglio di personale disposto sulla base di vecchie disposizioni regionali non connesse con l’attuale esigenza assistenziale e sottrazione di posti letto alla Murg». 

 

L’Usb continua sottolineando «diritti contrattuali negati come i tempi di vestizione, aumento del costo della mensa, Peo, mentre ancora non si è riusciti ad intavolare una contrattazione per l’aumento delle indennità di turno di pronta disponibilità, come previsto dal nuovo contratto collettivo».

 

Guliani non risparmia l’Atto aziendale che ritiene rappresenti «un’incognita per il futuro. Le scelte prese rischiano di essere disattese o riviste dal nuovo vertice, aggiungendo ulteriore incertezza. Questo documento, che abbiamo contestato, riflette una gestione che ha privilegiato il contenimento della spesa, smantellando dipartimenti e servizi e penalizzando lavoratori e cittadini.

Gravissimo lo scambio di reparti tra gli ospedali di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto, che ha portato alla frammentazione di servizi fondamentali. Trattare reparti e specializzazioni come “figurine da scambiare” non è accettabile.

Di fatto nessuna soluzione né risposta a ciò che ha comportato e comporta spostamenti interminabili per i cittadini, liste d’attesa infinite e un’assistenza sanitaria inefficiente e distante dai bisogni reali del territorio.

Chiediamo assunzioni stabili dei vincitori e idonei di concorso oss e infermieri e dalla graduatoria mobilità in entrata, per garantire la copertura turn over al 100% del personale cessato».

 


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